25 gennaio 2007

Nicolangelo Cervelli & C.

Dall’Archivio di Stato di Roma

Inventario alfabetico cronologico n.230/II pag.77
Miscellanea per localita’ (1601-1855)

Serie II dell’Archivio del Buon Governo: bilanci, nomine di magistrature comunali, istanze e controversie di Comuni e di privati, cause, scritture della Repubblica Romana e della epoca napoleonica, passaggi di truppe, calamita’, ecc..:

- Canemorto : 667- 670


BUSTA 667 (1601/1768)

Canemorto

Alla Sagra Congregazione
del B. Governo

Per La Communita’ di Canemorto
in Sabbina
8 Giugno 1743

Eminentissimi e Rispettabilissimi Signori
La Communita’ delle Terre di Canemorto in Sabbina, e per essa il Popolo tutto, devotissimo delle Eminenze Vostre umilmente Le rappresenta, come ritrovandosi in essa terra diverse Famiglie di Casato Basilici e Marcangeli, e queste in specie per havere d’alcuni anni conseguito non per raggione di Parentela, o’ di naturale Successione ma’ per puro atto gratuito l’Eredita’ della Casa Basilici di Pozzaglia che per Ragg.lo di Servizi prestata all’Eccellentissima Casa Muti di quel tempo Padrona delli riferiti Luoghi di Canemorto e Pozzaglia fu da quella con provileggii amplissimi esentata non solo dalli Pesi Communitativi ma da molti altri, che si riferiscono nelli suddetti Provileggij, e questi confermati dall’Eccellentissima Casa Orsini succeduta nel Dominio de suddetti Luoghi senza che pero’ habbiano havuta pari conferma dall’Eccellentissima Casa Borghese da’ cui sono stati posseduti i memorati Luoghi, come si possiedono al presente da molti anni, pretendono con tali amplissimi provileggi le dette Famiglie Basilici e Marcangeli rendersi essenti da pesi Communitativi, e volere all’incontro godere tutti quei utili, che vogliono darsi ad ogni altro da detta Communita’, come sarebbe prestanza dei Grani, Pascoli, et altri; che pero’ considerandosi detti Provileggij affatto nulla per essere stati rivocati specificamente dalle Costituzioni di tanti Sommi Pontefici, ed in specie da’ quelle di S. Pio V, Clemente IX e Innocenzo XII, come all’Eminenze Vostre e’ ben noto stante che li medesimi riguardavano l’esenzioni da Pesi Communitativi, da quali in verun modo I Baroni hanno facolta’ di esimere I Loro Famigliari.
Ricorre pertanto alla detta Giustizia delle Eminenze Vostre accio’ vogliano degnarsi ordinare, che nel modo che pretendono le Famiglie suddette conseguire tutti gli utili Communitativi debbano anco soccombere a tutti li pesi che devono a detta Communita’, come la Giustizia richiede, Che Della Grazia.


Eminentissimi, Pregiatissimi Sig.ri
Pietro Guglielmi Orante Umilissimo dell’EE.VV. con ogni dovuto ossequio Le rappresenta, che nel Mese di Xbre dell’Anno 1758 passat avendo finito il tempo del suo Esattorato della Communita’ di Canemorto in Sabina in esso fu dichiarato debitore nella somma di scudi 900, quali la rata di scudi 800 gli erano stati addebitati diversi nomi de debitori, che di piu’ anni antecedentemente restavano arretrati della Comunita’ suddetta; Ma siccome si venne alla rilassazione della Mano Reggia contro il povero orante, la rata di scudi 300, percio’ fu catturato li 5 Aprile e ritenuto sino al presente nelle Carceri suddette.
Ricorre pertanto umilmente all’EE.VV. accio’ si degnino far scarcerare l’Orante con il pagamento di scudi 200 che presentemente ha in pronto, e il residuo ascendente circa scudi 400 si degnino accordarli un onesta dilazione promettendo anche pagare di suo debito alla riferita Comunita’, un onesto fruttato annuo sino all’effettiva soddisfazione di tutto e dare la sicurta’ di Nicola Cervelli bene stante di detta Terra e di altri. Che delle Grazia.


Eminentissimi e Reverendissimi Signori,
Torna novamente supplichevole e con le lacrime agli occhj, il povero Nicola Cervelli di Canemorto....... suddito..dell’EE.VV, a rappresentarle, che venendo astretto al pagamento del suo debbito dovuto alla Comunita’ di detto luogo nella altrevolte accennata somma di scudi 630 per l’Ufficio del suo depositariato; e prevedendo che la subasta e delibera de’ suoi beni verrebbe costretto ad andar mendicando, con la povera famiglia, sarebbe in grado di supplicare nuovamente l’EE.VV a volersi degnare di ametterlo ad una onesta composizione, esibendosi a tall’effetto di pagare la somma di scudi 50 l’anno a detta Comunita’ sino al totale pagamento di detto suo debito.
Quando cio’ piaccia all’EE.VV, e in questo modo restarebbe non solo il suddito sollevato in parte dalle sue angosce, ma porrebbe altresi’ dare qualche respiro, a suoi debitori nella presente stagione tanto penuriosa dovendo esigere da particolari luogo non piccola somma, che pero’ spera dalla loro somma pieta’ di esserne esaustivo; conforme umilmente le supplica, che la grazia...
9 febbraio 1760



Eminentissimi e Reverendissimi Signori,
Nicola Cervelli da Canemorto in Sabina....umilmente gli espone, che avendo fatte tutte le possibili diligenze per la vendita de’ suoi beni ad effetto di soddisfarne il suo Debito, che ha con quella Comunita’ pel suo Depositariato, ch’esercito’ negli Anni Scorsi, no e’ stato possibile il trovarne alcun Compratore; Venendo, all’incontro dalla medesima astretto al pagamento a tenore degli ordini di codesta S. Congregazione, ricorre di nuovo supplichevole alla Somma Loro Pieta’; accio’ si degni ammetterlo alla dilazione di pagarne la somma di scudi cento all’anno; ovvero di assegnare, sin all’estinzione di tutto il suo debito i suoi Beni alla Comunita’ stessa; affinche’ restando cosi’ sicura del Capitale, e de’ frutti, s’eviti da un canto la dubbiezza d’esserlo per via di subasta, stante la sicurta’ resa in oggi priva d’ogni avere; e dall’altro....colla sua famiglia non si vegga ridotto in istato di mendicare. Che della Grazia.

11 marzo 1760


I priori della Comunita’ di Canemorto con tutto l’ossequio rappresentano che doppo di avere fatta accendere la candela per l’elezzione del nuovo esattore comunicativo, e non esservi stato alcun oblatore, fu stratto il Popolo de i Benestanti, e usci’ Pietro Nardi, gia’ eletto da Monsignor Visitatore per esigere li residui vecchi, ma avendo esibita la fede della sua avanzata eta’ di anni 76: non si pote’ costringere ad accettare la carica; successivamente fu estratto Marco Taschetti, e questo ancora non intende di esercitare la carica per l’istesso motivo dell’eta’ prossima alli annio 70; come si degneranno l’EE.VV. di riconoscere da’annessa fede di lavoro, anzi ha gia’ riportato.....per essere esentato.
Ma perche’ l’eta’ delli anni 70: non e’ ancora principiata supplicano gli .....umilmente l’EE.VV. a degnarsi di ordinare, che Taschetti accetti tal carica, o pure prendere qualche provvedimento, mentre maturando le paghe e non essendovi chi esigga non verranno dei gravi pregiudizi alla povera Comunita’ per le ripresaglie.....
4 maggio 1762



Francesco Antonio Fabriani della Terra di Canemorto in Sabina, in eta’ di anni 68 in circa...dell’EE.VV. con iol maggior ossequio le rappresenta, che essendo stato estratto da Bussolo per Esattore della Comunita’ di detto luogo e siccome.....si riconosce affatto inabile ed impotente a poter esercitare tale laborioso impegno, attese le sue indisposizioni di lovagra e chiragra, che quasi tutto l’anno l’obbligano stare inchiodato in un letto come si degneranno riscontrare dalle annessi Fedi sia del Curato che del Medico e Chirurgo;
cosi’ prega l’EE.VV. volerlo dispensare da tale esercizio e ordinare altresi’ ai Priori di detta Comunita’ che vengano all’estrazione di altro soggetto che possa liberamente esercitare tal carica, che impossibile riesce all’.. per gli addetti motivi.
Che della grazia
5 settembre 1762
“Francesco Antonio Fabriani e’ nato e battezzato il di’ sette marzo del milleseicentonovantacinque
f.to Andrea Taschetti vice curato


Ill.mo Sig. Sig.
Esercitandosi L’Esattorato di questa Comunità …Gaetano Fabriani, e Pietro Guglielmi nel corso di anni quattro dal ricorrente Cervelli, nel rendimento de’ conti fattogli da Comunisti nel 1758 restò debitore nella cospicua somma di scudi 564 moneta. Più volte essi procurato divenne all’esazione di un simil debito contro del Fabriani e Guglielmi quali debitori; ma la di loro povertà notabile attesa ne la reso inutile qualunque istanza, e premura fatta anche inanzi L’Ac. Desiderando ciò non ostante i moderni Priori venne all’assodamento di un tanto affare, astrinsero qui giudicialmente il supplicante al dovuto.
Questi rendendosi al Cervelli impossibile, per essere anch’esso povero de’ beni di fortuna, e destituito di ogni umano provvedimento l’ha fatto risolvere, per non soggiacere alla subasta di quei pochi beni possiede, e gli son di sostegno alla propria numerosa famiglia, di venderli col patto redimendi a questa Comunità, e conforme leggesi nell’accluso foglio.
Se si considera la pronta soddisfazione del debito, procedendosi in questa guisa, e L’utile è per ricavarsene dall’affitto annuale, credo miglior progetto di questo non possa desiderargli da un creditore.
Se riflettesi, che alla Comunità non è di alcun pregiudizio il ricevere così l’indicati beni, perché possedendone degli altri, in codann’anno è in istato di affittarli, e può unirli cogl’altri, e ricavarne quell’utilità, che crederà più vantaggiosa credo sia per restarne esclusa ogni difficoltà, ed eccezione.
In questo sta di cose per l’indicate ragioni se ne richiede dalla Sagra Congregazione l’opportuna approvazione
3 Ottobre 1765

Eminentissimo e Reverendissimo Sig.re
Ercole Fabbri da Canemorto in Sabina Ore umilissimo delle SS.VV. con il dovuto ossequio gli espone, avendo preso l’Affitto del Macello di esa Comunità di Canemorto nell’Anno Scorso, coll’annua risposta di scudi 7 e con l’imprestanza di scudi 30 fattagli da detta Comunità, per lo che rimase in tutto e per tutto debitore nella somma di scudi 37; ed essendo stato poi fatto carcerare ad istanza di detta Comunità Giacomo Taschetti Priore all’ora, e che diede la suddetta imprestanza all’Ore con la risoluzione Conciliare, questo ha fatto citare il povero Ore a liberarlo dalle molestie, e a stare ad ogni danno, e spese per tutto il tempo della sua carcerazione; onde ritrovandosi l’Ore perciò rifugiato in Chiesa, e possedendo de stabili e mobili, fa istanza, e supplica l’EE.VV. acciò voglino benignamente degnarsi di ordinare a chi spetta, che venga fatta l’esecuzione prima sopra la robba del povero Ore, e si venga anche alla subasta e delibera della medesima per tutta l’intera somma che ne va debitore; e poi se mai non fosse sufficiente per la totale soddisfazione tutta la sua robba, potrà procurarsi l’esecuzione personale senza far stare consugiato il povero Ore, che non si oppone ad atto veruno, e senza a dovere soggiacere anche alli danni, e spese del suddetto Priore carcerato, per cui verrebbe maggiormente aggravato il povero Ore, ed anche a dover patire per esso il suddetto Priore, che fece la suddetta imprestanza con risoluzione di quel Conseglio; e ne spera di restare aggraziato. Che....
4 Maggio 1768
Canemorto
Alla Sagra Congregazione
Del BonGoverno

Luglio 1769


E.mi e R.mi SS.ri
La Comunità di Canemorto Orice um.la delle SS.VV. umilmente le rappresenta, come essendo restata ad accenzione di candela la depositeria per l’anno 1758 a favore di Pietro Guglielmi di detta Terra, questo fece l’obbligo d’esiggere tutte le lista, fare li soliti pagamenti in Camera, e nel fine del suo Esattorato rendere fedel conto, essendo acceduti per sicurtà ed obbligati solidamente Nicola Cervelli, ed Andrea de Angelis terminato l’anno dell’Esattorato suddetto fu il medesimo Pietro Guglielmi suindicato, e trovato debitore della Comunità Orice in A 611.6°.3.

Ma perché l’esattorato suddetto era stato esercitato da Nicola Cervelli per il predetto Guglielmi, si fece perciò esso Cervelli primario debitore della somma suddetta di scudi 611.6.3 e con l’opera delli Primarij della detta Terra, quali sono tutti di lui parenti ottenne la dilazione di anni cinque a pagare la suddetta somma; ma passando il tempo suddetto senza aver pagata somma alcuna, restando sempre garantito da suoi Parenti per maggiormente dilazionare il pagamento si fece supplica a nome di detta Comunità sin dall’anno 1765 all’EE.VV. esponendosi che il medesimo Cervelli in pagamento, del di lui debito voleva assegnare tanti beni alla detta Comunità, alla quale supplica sotto sotto li 11 Decembre detto anno 1765 vi nacque il seguente rescritto: Proponatur Iustia in Consilio, et trasmessa resolutione providebitur.

Fu convocato dunque il Consiglio fin dalli 13 Luglio 1766, ove fu risoluto, che si dovessero prendere in conto del debito li beni dati in nota dal detto Cervelli, considerati in una Casa, un prato , ed una canapina, e furono anche deputati i Periti per quelli stimare, conforme si rileva dalla copia del Consiglio che s’annette segnata lettera A. La detta risoluzione consiliare non fu in veruna maniera trasmessa all’EE.VV, ma doppo un lasso di tempo di quasi due anni si venne alla stima della casa suddetta non già dalli Periti eletti dal Consiglio ma da altri a bella posta nullamente depretati, quali Periti La detta Casa che il Cervelli intendeva assegnare pre nns. La stimarono scudi 303.55, avendo maliziosamente stimati li muri che framezzano le stanze duplicatamene, come si rileva dalla Perizia annessa segnata lettera B . Di più in luogo di farsi stimare dalli Periti il prato e canapina, che il Cervelli in Consiglio promise di dare, si fecero stimare li muri d’un orto mai nominato in detto Consiglio, e si fece arrivare il prezzo di essi muri all’eccessiva somma di scudi 251: come da detta Perizia. Avedutosi finalmente il popolo di tante porcherie che si facevano per garantire il detto Cervelli si fece radunare un Consiglio generale nel mese di Aprile 1768 ove fu risoluto, che non si dovessero prendere li beni del Cervelli come sopra stimati, ma che fosse astretto il medesimo a pagare il debito, giacché il denaro dove vasi pagare in Camera per cui la Comunità ne pagava li frutti come dal Consiglio che s’umilia segnato lett.C .
Furono dunque in esecuzione di tal risoluzione convenuti avanti l’Auditore di Canemorto tanto il Guglielmi che il Cervelli e de Angelis in solidum obbligati per il pagamento suddetto contro li quali fu rilasciata la mano reggia, per impedire la quale si ricorse Monsignore Secr. Per parte delli detti Guglielmi e Cervelli, pretendendo il primo essere assoluto, perché la Comunità aveva riconosciuto per debitore il Cervelli, onde la causa fra esso e la Comunità fu rimessa alla lista. Per parte poi del Cervelli si dava l’eccezzione , che essendosi con il rescritto dell’EE.VV. convocato il Consiglio, e risoluto che si dovessero pigliare li beni in sconto del di lui debito, fosse perciò obbligata la Comunità prender quelli, onde Monsig Sec.rio avendo riconosciuto esservi il suddetto rescritto, in cui la Sagra Congergazione s’era riservato di provvedere sopra tali bene fece il seguente decreto=
Quoad, summa ASA:55 mis comteni reti jure suo in Sacra Cong.ne in reliquij mis ezequi manum regiam.
In esecuzione dunque di tal decreto la Comunità orante ricorre all’EE.VV., acciò vogliano degnarsi ordinare che la Comunità non sia tenuta a prendere in sconto del di lei credito ne la Casa, prato e canapina conforme fu risoluto dal Consiglio segnato di lettera B mai approvato dall’EE.VV. e molto meno l’orto e muri d’esso mai nominato in detto Consiglio stimati scudi 271 come da perizia segnata lettera B ma debba esso Cervelli pagare il contante per essere il di lui debito Camerale, per cui ora ne paga la Comunità li frutti conforme fu risoluto con altro Consiglio segnato lettera C e così la Comunità orante resterà indennizzata potendo esercitare la di lei azione contro tutti l’obbligati in solidum. Che….

Lett. A
………….

Lett.a B
Faccio fede io Sotto Segretario della Magnifica Comunità di Canemorto in Sabina di aver estratte le seguenti copie tali quali si ritrovano in segreteria di detta Comunità cioè.
Noi sotti cioè Biagio Ragazzone Perito eletto per parte della Ill.ma Comunità di Canemorto e Domenico Rezzi parimenti perito per parte del Sig. Nicola Cervelli, ad effetto di stimare un corpo di case di quattro stanze poste dentro il Borgo di Canemorto in vocabolo La Piazza confinante da un lato li Beni del sig. Giuseppe Marcangeli, e di sotto Nicolangelo Cervelli e davanti la strada pubblica salvi altri et avendola ben vista, e misurata secondo la nostr’arte, perizia, e coscienza l’abbiamo stimata come segue cioè:

La prima stanza in tutti li muri sono canne
quindici e palme ventiquattro a raggione
di scudi due e baj quaranta la Canna portano 36 : 60

Segue una finestra di pietra di palmi dodici
a raggione di baj dieci il palmo somma 1 : 20

una porta di legno con suoi ferranti_somma baj - 40
somma 38 : 20

di pietra per entrare in dette stanze
sono palmi novantadue in pezzi a raggione
di baj =tredici il palmo costo 11 : 96

Scalini ad uso di salciata a parte di fora costo 1 : 20

Porta di legno con suoi ferramenti costo 5: --

Un cammino con sua Cappa, e modelli di legno costo 7: --
Tramezzo di tavole armato con sua porta costo 4 : --

Mattonato sono canne sette e palmi cinquantasei
a raggione di scudo uno la canna costo 7 . 56

Solaro di sopra con due travi costo 10 : 56

Somma la prima stanza 85 : 48

La seconda stanza una porta di pietra per entrare
in detta stanza di palmi settantacinque a raggione
di baj = sette il palmo costo 5 : 25

Porta di legno con suoi ferramenti 1 : 50

In tutti li muri sono canne quindici e palmi
quarantotto alla raggione di scudi due e
baj quaranta la canna costo 37 : 15

Un sciacquatolo di mattoni con suo archetto sotto imposta 3 : --

Siegue un cammino di pietra con sua cappa costo 13 : --

L’ammattonato sono canne sei, e palmi novanta
alla raggione di scudo uno la canna somma 6 :09

Una credenza murata dentro al muro costo 2 : --

Somma la seconda stanza scudi settantasette
Baj = otto 77 : 08


Terza stanza una porta di pietra di palmi cinquanta alla
raggione di baj = sette il palmo costo 3 : 50


Una porta di legno con suoi ferramenti costo 1 : 20

Segue In tutti li muri sono canne tredici e palmi
sessantotto alla raggione di scudi due e baj quaranta costo 32 : 90

Una finestra di pietra di palmi quaranta 2 : 80

Una finestra di legno con suoi ferramenti costo --: 50

Segue L’ammattonato sono canne otto, e palmi
venticinque alla raggione di scudo uno la canna costo 8 : 25

Il solaio di sopra con due travi costo 11 : 25

Somma la terza stanza Salvo errori 60 : 40
Quarta stanza una porta di pietra di palmi
quaranta costo 3 : 50

Una porta di legno con suoi ferramenti 1 : 50

Segue in tutti li muri sono canne tredici e palmi cinque
alla raggione di scudi due e baj quaranta costo 31 : 33

Una finestra di pietra costo 2 : 80

Una porticina di legno con suoi ferramenti --: 50

L’ammattonato sono canne quattro e palmi sessant’otto
alla raggione di scudo uno la canna 4 : 68

Il solaro di sopra con due travi importa 7 : 68

Somma salvo errori 51 : 99

Segue per stabilitura di tre facciate son canne undici
alla raggione di baj sessanta per canna 6 : 60

E più per due luoghi comuni importa 10 : --

Per sito e comodo non potuto considerare costo 12 : --

Somma salvo errori 80 : 59

Cioè non è stata stimata ne la Loggia ne la porta
di pietra che si entra in detta Loggia. E per esser ciò
la verità ne abbiamo fatta la presente perizia =
Somma in tutto le stanze ed altro 303 : 55


Canemorto 9 Marzo 1768 . Io Biagio Ragazzoni muratore affermo quanto Sopra mano propria.
Io Domenico Rezzia muratore affermo quanto sopra mano propria

Noi sotti Periti, cioè Biagio Ragazzoni per parte dell’Ill.ma Comunità di Canemorto e Mastro Domenico Rezzia per parte del sig. Nicola Cervelli ad effetto di vedere, misurare tutti li muri, che stanno all’orto Spettante al Sopradetto Sig. Nicola Cervelli il vocabolo il Carbonaro confinante da un lato Angelo di gio:Matteo, e dall’altro lato Angelo Barnabej, da capo la strada pubblica salvi altri confini et avendoli ben visti, e misurati secondo la nostra arte, perizia e coscienza l’abbiamo stimati come segue cioè:

Segue in tutti li muri ne ritroviamo canne cento, e cinque alla raggione di scudo uno e baj=quarantasette dico 147 : --
Segue una porta di pietra per entrare in detto sito
importa scudi tre dico 3 : --

Una porta di legno con suoi ferramenti importa scudi uno 1 : --

Somma salvo errori 151 : --
Et essere ciò la verità abbiamo fatta la presente





Alla Sagra Congregazione del Buon Governo

Eminentissimi e Reverendissimi Signori,
Nicola Cervelli da Canemorto in Sabina.....dell’EE.VV con ogni ossequio espone, come essendo stato estratto Esattore della Comunita’ di detto luogo per tutte le di lei rendite, quale esigenza duro’, dal 1754= sino al 1758, e di avendo di poi rese conto della medesima, fu dichiarato debitore della somma di scudi 528; E sebene la maggior parte di questa somma fosse egli rimasto ad esigerla diverse persone per altro, che apparentemente gli si sono mostrate favorevoli, anno procurato malis artibus di cio’ impedirgli; indi fu nell’anno scorso astretto al pagamento di questo suo debito che per due terzi almeno supera la di lui presentanea possidenza, e per varie....e particolari riflessioni, senza che per egli valutata fosse equita’ di sorte alcuna, che per molti e molti altri debitori di questa Comunita’ di simile e forse maggior somma ... militata, gli si e’ finalmente subastato e deliberato giudizialmente ...ciocche’ possiede che neppure arriva a coprire il Credito di codesta Comunita’, ed anche di gran lunga inferiore agli altri debiti anteriori al credito di detta Comunita’, chi’a contratti con altri particolari. E siccome per volere detta Comunita’ lucrare il Terzo sopra i suoi Beni deliberati, si rende sempre piu’ impossibilitato a soddisfarla, merce che si sono fatti innanzi gli altri suoi Creditori per essere reintegrati dei loro rispettivi crediti, cio’ che’ seguendo, restarebbe..scoperto con detta Comunita’; supplica percio’ l’EE.VV, che si degnino ordinare che siano di suoi Beni accettati in solutu del detto suo debito, soddisfatti li creditori anteriori per quello che intrinsecamente vagliano acciocche’ la Communita sia in qualche parte coperta del suo Credito, e non molestata la sicurta’ di esso..., che mal soffrendo di soccombere allo stesso, che non e’ altro che perdere, gli minaccia la vita.
Che della grazia.

7 maggio 1771 f.to Nicola Cervelli da Canemorto







BUSTA N. 668 (1769/ 1800 )

Illustrissimo Sig.....
Ritorno.....da Nicola Cervelli da questa Terra.. ..che avendo Egli esercitata la carica di pubblico Esattore della Comunita’ di detta terra per lo spazio di anni quattro sino al 1758, essendogli stata fatta in seguito la sindicazione del suo Dare ed Avere, rimase dichiarato Debitore della somma di scudi 548, parte da egli dissipati e parte per la sua tracotanza dispersi fra altri suoi debiti; talmente che doppo un lungo litigio giudiziale avanti detta S. Congregazione, finalmente la Comunita’ ne riporto’ il mandato che fece eseguire sopra diversi suoi Beni, dalli quali dedottosene il terzo nella subasta, se l’aggiudico’ quindi non sono molti mesi per la somma di scudi 335; sicche’ la somma suddetta resto’ cio’ non ostante scoperta di scudi 3: compimento del suo credito.
Tutto cio’ peraltro, anche sarebbe stato poco, se per aver detto Ricorrente contratti precedentemente altri debbiti, non si fossero fatti avanti i Creditori di lui, li quali come Anteriori pretendono spogliarne la Comunita’ e de i di lui figli per le ragioni datali della prima sua moglie non domanda...parte della dote da Egli distratta in contanti, ciocche’ domanda ancora la seconda di lui moglie vivente....
A tale evidente bilancio porrebbe darsi qualche sorta di provvedimento, se essi beni aggiudicati si......dalla S. Congregazione accettare per il di loro intrinseco valore e prendersi altresi’ dal detto Ricorrente un di lui terreno ad uso d’orto, che sorpassa il valore di scudi 100.....cosi’ questo suo debito ed assicurare in qualche parte essi suoi creditori ed affinche’ non restando da questi spoglita detta Comunita’...valere contro la di luii sicurta’, la quale va iattando se cio’ succede qualche vendetta irrimediabile contro esso Ricorrente. Come ancora pagandosi i suddetti suoi creditori anteriori, se rimanesse addietro in qualche somma farlo ammettere ad una onesta annuale dilazione per cosi’ indennizzare al possibile l’interesse di detta Comunita’ in tali strette e perniciose circostanze. Potro’ non dimeno essa S. Congregazione, giacche’ io saprei che altro suggerire, risolvere, ciocche’ credera’ piu’ nell’atto che con vero rispetto....
5 giugno 1772 f.to Pasquale Morelli




Io sottoscritto attesto a Chiunque Spetti l’essere stato da 29 dello scaduto ottobre fin al presente giorno a visitare in questo Carceri di Canemorto Nicola Cervelli da detto Luogo e d’averlo ne’ primi giorni ritrovato con acuta Febbre indi a poco a poco resasi Lenta, costante con profluvio di Sangue da vasi emorroidali, polso sempre piu’ languido, e minuto, non senza un abbattimento di forze avanzato di giorno in giorno, e con dolore in tutte le articolazioni; per essere stato ivi ristretto in tutta la scorsa calorosissima estate, sempre mal cibato d’un vitto il piu’ miserabile e nocivo, che ancor a penuria se gli e’ potuto somministrar appena dalla desolata inabile Famiglia; e per essere Egli di piu’ di natura mal disposta e soggetta a frequenti pericolosi.. di salute come mi per il continuato esercizio quivi di mia Professione gia’ per lo spazio d’anni diciassette. Dalle accennate Disposizioni, Cagioni e Sintomi, non puo’ se non dedurgli nell’impossibilita’ d’una Cura si difficile che vi abbia finalmente come gia’ della totale salute....anche la vita. In fede.
Canemorto 9 novembre 1774 f.to Benedetto Taschetti Medico Condotto “




Io sottoscritto avendo visitato in questa Carceri della Curia Baronale di Canemorto Nicola Cervelli ed avendolo ritrovato con polso duro, e febbre acuta; siccom’Egli e’ soggetto a calcoli si de’ reni, che della vescica a me noto per averlo altre volte osservato e medicato infermo di tali atroci tormenti; cosi’ per la continua....che in oggi dimostra e per la dolorosa gravezza nel Pube, oltre gli altri precedenti, ed ora compagni sintomi qui non .., dichiaro.....mediante il mio giuramento, che l’accennata febbre in esso puo’ farsi infiammatoria ed in conseguenza letale non solo se non vi avro’ l’esclusione del calcolo, o corpo estraneo gia’ nella vescica esistente, ma ancora se non gli si potranno apprestare quei...per ottenere l’intento e per tener lontana l’infiammazione da .....della vescica, i quali nella Carcere non sono per difetto d’assistenza o comodo, appieno praticabili.
In fede............
Novembre 1775 f.to Benedetto Taschetti Medico Condotto
Em.mi e Rev.mi Sig.ri
Nicola De Angelis di Canemorto Diocesi di Magliano in Sabina Ore devotissimo delle EE.VV. divotamente espone, come fino dall’anno 1779 fece egli pagare a Sante Jaquet allora Esattore Generale della Comunita’ dello Stato la somma di scudi settantanove in estinzione del suo debito con la detta Comunita’ di Canemorto.
Chi fosse il soggetto, per mezzo di cui seguisse un tal pagamento in Roma dopo il lasso di 15 e piu’ anni, ne ha egli perduta la memoria.
Quello, che e’ certo, che essendo egli ignorante, ed illetterato, non pote’ conoscere la viziazione della Ricevuta ora esistente nella Posizione presso questa Sagra Congregazione, mentre non essendosi pagati, in mano di detto Sante Jaquet che soli scudi 70; crede sicuramente l’Ore che per malizia di chi fece un tal pagamento, e per defraudarlo di scudi 9: non solo si tirasse al num. arabico zero una linea per formarne un nove, ma ancora nel corpo della ricevuta si facesse appostamente cader dell’inchiostro, ad effetto, che non si vedesse la falsificazione.
All’incontro e’ vissuto nello spazio tanti anni nella massima buona fede, nulla mai immaginandosi, che fosse debitore di veruna somma verso la Comunita’. Quando ecco, che nei mesi passati esce in campo la medesima Comunita e domanda all’Ore il pagamento dovuto de’ residuali scudi nove, e questo Supremo Consesso coi Replicati Rescritti non solo ha ordinato un tal pagamento ma ha dichiarato similmente, che si procedesse contro l’Ore criminalmente per la pretesa viziatura, come se fosse stata da lui fatta.
Intanto per obbedire ai supremi Ordini di questo Sagro Tribunale, ha egli fatto il dovuto pagamento di scudi 9; come risulta dall’annessa ricevuta originale: all’incontro essendo egli del tutto innocente di tal falsificazione, di cui non ne ha avuto giammai verun sospetto, supplica l’innata clemenza ed equita’ dell’EE.VV. acciò si degnino di assolverlo dalla pretesa criminalita’.
Che.
5 Aprile 1796