Quando parliamo degli antichi Romani, pensiamo solo alle loro
conquiste e ce ne facciamo un’idea sbagliata. Dietro le fortificazioni
costruivano strade, villaggi e acquedotti che ancora
sopravvivono. Tolleravano le diverse religioni e i diversi
modi di vivere. La legge era la stessa per tutti e anche la moneta.
L’onomomastica latina ha chiare origini
rurali e Plinio il Vecchio nota a proposito di alcuni cognomi: “ Pilumno perché
era l’inventore del pilum (pestello),
Pisone da misere (macinare);
Fabi, Lentuli, Ciceroni a seconda dei legumi che erano più abili a seminare
(Fabi da faba,fava; Lentuli da lens, lentis, lenticchia; Ciceroni da cicer, cece. Ed anche la toponomastica delle città
conserva memoria di origini rurali (Vicinale da vime, vimine, giunco; Porta Mugonia da mugire, muggire).
Ma soprattutto nel vocabolario quotidiano
il latino si presenta come lingua contadina. Facciamo qualche
esempio: nihil (da ne+hilum =
nemmeno il filo della buccia della fava); pecunia (da pecus=bestiame) riflette una valutazione della ricchezza in
termini di allevamento e merce di scambio; forma è il recipiente dove si raccoglie il latte ( il
nostro formaggio è il cacio messo in forma); laetus ( da laetamen
= ciò che allieta la terra)
viene applicato per traslato all’uomo; robustus deriva da robur, quercia; egregius (da e+grege) designa in origine l’animale “prescelto dal gregge che
adornato con un fiocco viene preparato per il sacrificio; manipulus (da manus + plenus) dal fascio di spighe stretto dalla mano del contadino
passa poi ad indicare la più piccola unità tattica della legione; humilis
(da humus, terra) dal primitivo valore riferito a pianta che si
alza poco da terra designa poi per traslato chi è modesto per condizione; rivalis è colui che ha con altri l’uso di un canale (rivus) e quindi potenzialmente contende l’esercizio di
un tale uso, per cui per traslato diventa “competitore geloso”, particolarmente
in amore.
Viaggiavano e combinavano affari: in Occidente si spiegavano col
latino, in Oriente col greco.
I ragazzi si divertivano con la trottola, il cerchio, l’aquilone,
giocavano a mosca cieca o a testa e croce.
C’erano gli spettacoli teatrali e certe macchine che simulavano
temporali o facevano comparire qualche divinità che risolveva i casi più
intricati: il “deus ex machina”.
Non tutti erano felici. I patrizi e i ricchi contavano più dei poveri.
I funzionari commettevano brogli e corruzioni. I governatori garantivano
l’ordine pubblico.
All’ultimo posto erano gli schiavi: erano considerati un bene come
l’aratro e il bestiame.
Perché la storia dei Romani finì male? Perché avevano perduto la voglia
di lavorare, e inoltre corruzione, economia malata, diminuzione di produzione,
inflazione.
Intanto dal fondo delle grandi pianure avanzavano i barbari.
“Barbaro” non vuol dire cattivo, ignorante, ma semplicemente
“straniero”. Il barbaro più barbaro è l’Unno.
Tra i barbari i primi invasori sono i Visigoti, una tribù dei Goti che
dalle regioni del Danubio, guidati da Alarico giungono alle porte di Roma, che da
800 anni non conosce assedio.
Siamo nell’anno 395 d.C. e l’impero Romano è diviso in due: Teodosio
morendo ha lasciato l’Occidente al figlio Onorio e l’Oriente all’altro figlio
Arcadio. Anche se Roma rimane il centro spirituale, le vere capitali sono Milano
e Costantinopoli.
Pochi anni dopo (455) Roma subisce la seconda umiliazione. Partito
dall’Asia centrale, Attila si mette in marcia coi suoi Unni. Le popolazioni del
Veneto, per sfuggire all’invasore, sono fuggite in massa dalla terra ferma e si
sono rifugiate nella laguna, dove innalzano le loro case di legno su palafitte
(Venezia).
E poi vennero gli Eruli, gli Ostrogoti, i Longobardi; infine tocca ai
Franchi. Tra loro spicca un uomo eccezionale: Carlo Magno; egli realizza un
sogno: la prima Europa Unita.
Sovrano di straordinaria energia e di lucido equilibrio, Carlo Magno
estende il suo dominio, assoggettando in 53 spedizioni militari i Sassoni, i
Bavari, gli Avari e i Brettoni. Fronteggia poi gli Arabi e fonda la marca
hispanica con capitale Barcellona.
La notte di Natale dell’anno 800 viene incoronato imperatore dei Romani
da Papa Leone III in S.Pietro:così sorge il Sacro Romano Impero.
Cè sempre un discendente che sistema le eredità: a quelle di Carlo
Magno provvidero figli e nipoti. Morto il grande sovrano, il suo impero finisce
per smembrarsi in tanti stati e staterelli. Nascono così i feudi che il
re da’ in godimento ai suoi fedeli.
La scala del potere: il re, i vassalli, il valvassore, il valvassino,
il milite e infine l’artigiano e il servo della gleba.
E il servo della gleba se gira su una strada con il suo carro paga il
bollo di circolazione, se cammina sulla riva paga il “rivatico”, se attraversa
un ponte paga il “pontatico” se pasce le mucche paga l”erbatico” e inoltre
andava a fare la guerra per ordine del suo signore.
La vita del feudo si svolge attorno al Castello, sotto le sue mura c’è
il Borgo.
Attorno al Castello e al Borgo si lavorano i campi e si allevano
animali.
Nascono allora i titoli di commendatore e di cavaliere. Certi titoli si
davano solo a quei prodi guerrieri che si erano distinti al servizio della
Chiesa, in difesa degli umili, degli oppressi e delle donne.
817 – Inizia la costruzione di S. Maria del Piano sotto il titolo
dell’Assunta di qua dal rivo (fosso di S. Maria) che divide dagli altri il
territorio di Canemorto lungi un miglio dall’abitato verso oriente (Notizie del
Giorno del 20 ottobre 1842)
917 – Orvinio si chiama Malamorte
1000 - E' l'anno in cui risale il Castello Sinibaldi in loc.
Castello, di circa 500 anime 35
Si accentua il distacco fra città e campagna. La prima viene lentamente
rifiorendo nella collaborazione fra il vescovo e i burgenses artigiani e mercanti. La seconda si ripopola per
la maggiore sicurezza pubblica seguita alla cessazione delle grandi scorrerie
saracene e vede piano piano attenuarsi l’asprezza dei rapporti fra
signori e servi nelle proprietà fondiarie
.
Da questo momento comincia la vera storia degli Italiani. Nelle città e
nei borghi incomincerà ad avvertirsi un risveglio economico che diventerà ben
presto una vera rivoluzione contro l’ordinamento feudale: ma soprattutto
rifioriranno quegli interessi culturali e artistici che le invasioni barbariche
avevano spento nel terrore e nella miseria.
E’ un’alba che lascia intravedere una luce nuova che illuminerà la
figura di un grande del pensiero e della poesia: Dante.
Per difendersi e per commerciare, le città marinare armano soldati e
navi, proteggono con mura le città, le case e i porti, costituiscono un loro
governo e diventano repubbliche indipendenti.
Liberano il mediterraneo dai pirati saraceni e stabiliscono rapporti
con il mondo arabo.
Pisa e Genova scacciano i saraceni dall’ Elba, dalla Corsica e
dalla Sardegna. Venezia acquisisce il monopolio di tutti i traffici con il
Levante.
I pellegrini cristiani si mettono in viaggio per raggiungere il
Santo Sepolcro, come i maomettani vanno alla Mecca. Cercano almeno una volta
nella vita di vedere la Città Santa.
Ma Gerusalemme cade sotto il dominio dei Turchi (1078) che vietano
l’accesso ai fedeli giunti dall’Europa.
Il Pontefice, Urbano II, riunisce il concilio a Clermont, in Francia, e
lì bandisce la crociata.
Contadini, servi, artigiani si mobilitano e diventano crociati. Grandi
masse di umili accorrono sotto i vessilli con la croce. E’ l’aprile del 1096.
E’ un esercito di 100.000 uomini guidati da Goffredo di Buglione. Di
lui parla Dante nel “Paradiso” e lo mette tra coloro che lottarono per una
causa generosa. Torquato Tasso nella “Gerusalemme Liberata” dice di lui:”canto
l’armi pietose e il capitano che il gran sepolcro liberò di Cristo..”.
Alla prima crociata ne seguono altre sei.
Venezia si rafforza nel Levante e l’espansione turca verso l’Europa si
frena. Si mettono a confronto due culture: l’islamica e la cristiana e la
cristiana ne esce arricchita.
Per la difesa del Santo Sepolcro vengono fondati alcuni ordini
cavallereschi, ai quali si appoggiano i Sovrani Cristiani d’Oriente.
Dopo il Mille molte cose cambiano: in campagna i servi della gleba
chiedono di essere liberi e vogliono più terre da coltivare; la città cresce e
gli artigiani diventano imprenditori o industriali.
Si lavorano dodici ora la giorno ma ci sono cento feste da celebrare.
La maggior parte del potere è detenuto dalla nobiltà.
Ogni classe tende a organizzarsi in corporazioni. Il Comune è una nuova
forma di governo, libera e repubblicana: è un vero Stato sovrano: ha un
parlamento, fa leggi, un consiglio maggiore che viene convocato col suono della
campana e tratta le questioni più importanti.
All’inizio le cariche più importanti sono affidate a due consoli,
eletti tra i cittadini più rappresentativi; poi vengono sostituiti con un
podesta’, che offre maggiori garanzie di imparziatà: viene da fuori e ha un
mandato abbastanza breve.
Ogni città ha tre piazze: quella della cattedrale, quella dove sorge il
Municipio e quella del mercato.
Le strade hanno nomi che rivelano le
principali attività degli abitanti: via degli orefici, piazza argentaria(largo
Argentina). Nascono le banche e le assicurazioni, si inventano le cambiali e la
partita doppia.
1022 - Orvinio viene chiamato Malasorte o Malamorte(1022- 1062)
1062 -Orvinio viene chiamato Canemorto
1182 -il 26
settembre nasce Francesco di Pietro di Bernardone, il poverello di
Assisi.
E’ l’epoca anche dei viaggiatori
che, per i loro commerci, affrontano itinerari sconosciuti e scoprono paesi
nuovi. Forse il più grande di tutti è un giovane veneziano di 17 anni, Marco
Polo, figlio di Niccolò, mercante in pietre preziose.
Poi è la volta dei Normanni
(abitanti del Nord) che dalla Scandinavia sbarcano sulle spiagge francesi della
Manica , si impadroniscono di quella terra che si chiamerà Normandia e arrivano
nell’Italia Meridionale. Guidati da Roberto il Guiscardo sconfiggono papa Leone
IX che si era alleato con i Bizantini. Il regno dei Normanni passa, poi, con
gran parte dell’Italia a Federico di Svevia, nipote di Federico Barbarossa
Agli inizi del Trecento il Comune va in
crisi. I ricchi non intendono cedere i loro privilegi e il popolo che ha
ben pochi diritti cerca di farsi avanti per ottenere giustizia.
Sorgono le fazioni che se le danno senza
riguardi e non serve cercare uno di fuori per la carica di podestà perché il
capitano non lo lascia fare e lo controlla.
La borghesia non è in gradi di
controllare tale situazione.
Così si fa avanti e si impone la figura del
“signore”, che quasi sempre è un personaggio dotato di mille risorse
nell’immaginare programmi e nel farli rispettare; Cane, che i sudditi
appellarono Grande, della famiglia degli Scaligeri, è descritto come un
condensato di tutte le virtù: “Intelligenza fine e acuta, schiettezza, lealtà,
coraggio, audacia”.
Quando muore, a trentotto anni, oltre a
Verona, che è la sua base, comanda a Vicenza, a Padova, a Treviso e a Cividale.
Il signore si pone al di sopra di tutti,
deciso a far osservare le leggi e ad imporre ad ognuno i suoi doveri: mette fine
ai contrasti tra i cittadini e obbliga a pagare le tasse a seconda dei redditi;
si crea infatti in questi tempi l’Estimo, un Ufficio per valutare i beni mobili
e immobili.
Formalmente le vecchie istituzioni
vengono rispettate, le assemblee popolari, i consigli funzionano, anche se il
regime è dittatoriale: conta solo lui, il capo, a cui tocca l’ultima parola
quando c’è da decidere.
E diventa principe e trasmette titolo e
prerogative ai suoi successori. Per garantirsi appoggi e sicurezza, chiede
protezione all’imperatore o al papa.
Questo sire ha però la tendenza a
inguaiare i propri sudditi perché essendo bramoso di nuovi domini va
all’assalto di altre città. Eppure in quegli anni la vita è assai piacevole: le
strade ben selciate, le donne portano biancheria finissima e gioielli, si
vendono cosmetici. Gli Italiani sono i più puliti d’Europa.. Ma nei piccoli
centri la gente, dedita principalmente all’agricoltura, è poco portata
alle novità e alle avventure e nelle città gli studenti non sopportano
alcuna prepotenza né i vincoli imposte dalle signorie.
1011 – la pertinenza di Petra Demone è attestata tra i confini di
una terra in località Piccarella e l’incastellamento de sito. Prima del
castello esisteva in quel luogo un monastero di S. Maria nel quale prese
l’abito monacale S. Domenico di Sora
1083 – Il conte Tedino, insieme con la madre Zita e la
moglie Gaita, dona a Farfa il Castello di Petra Demone, nome derivante da una
pietra rossa usata per culti pagani. Questo maniero viene distrutto in epoca
medievale.
1084 – Il conte Erbeo figlio di Todino Conte fa dono a Farfa delle
pertinenze poste nel castello di Petra Demone.
1100 – la chiesa – santuario della Madonna di Vallebuona viene fondata nel XII sec., nei pressi vi sono i
resti del borgo medievale e del castello, che appariva già in documenti del XII
secolo e che cambiò padrone tantissime volte, includendo il casato dei Mareri,
Federico II, Carlo D'Angiò, i Boccamazza , fino a far parte del territorio di
Canemorto.
1219 - avviene il restauro di santa Maria del Piano
1273 - Lo statuto di Vicovaro del 1273 nasce da un accordo tra i
signori del feudo e gli uomini dela Comunità e contiene i
privilegi e gli obblighi pattuiti tra Francesco, Giacomo Napoleone,
Matteo di Orso Orsini e l’università degli uomini di Vicovaro..
Al suono delle campane e al richiamo del banditore, il 29 ottobre del
1273 si radunavano nella corte del castello tutti gli uomini della terra di
Vicovaro dove, accanto agli Orsini erano presenti Giacomo, vescovo di
Tivoli, Buonconte, signore del castello di Canemorto ed altre personalità.
Dai 41 capitoli dello Statuto appare chiaro che
l’amministrazione del feudo spettasse alla curia (Orsini). Sui massari, dai
quali dipendevano i vassalli, gravava il compito di esigere i diritti della
curia. Veniva stabilito che in caso di guerra i vassalli dovevano
seguire il proprio signore, a costruire opere di difesa. Venivano
fissati i compensi per le prestazioni d’opera dei muratori, falegnami,
calderari ecc..
Una integrazione allo statuto disponeva di punire i bestemmiatori con
50 soldi per chi bestemmia Dio e la Vergine Maria,; 15 soldi per gli altri
Santi o Sante.; condannare chi lavorava la domenica e giurava nei giorni
festivi con pene diverse a seconda se i reati venivano commessi di giorno o di
notte..
Chi ruba frumento o paga o gli viene tagliata una mano; chi ruba
cavallo o altro animale della stessa taglia o paga o gli viene cavato un
occhio; per bestia minuta o paga o gli viene tagliata un’orecchia. Se alcuno
entrerà in vigna di altri e raccoglierà più di tre raspi debbe
essere posto e litigato in catena in piazza per tre ore; la moglie
adultera perdeva la dote; le violenze sessuali erano punite con il taglio del
piede;; se un figlio commette reato sia imprigionato per il tempo che crederà
opportuno il padre.
1318 – Gli abitanti del Castello di Pietra Demone fondano il libero
comune sotto la protezione della comunità farfense.
1338 – L’Abbate farfense Giacomo IV nomina vicari di Pietra Demone i
nobili Stefano Colonna e Rainaldo Orsini.
1382 – Il paese risulta venduto alla famiglia Colonna
Nel XIV e XV secolo le classi che
hanno costituito la forza politica dei Comuni perdono ascendente e si
dedicano con profitto agli affari; scade la loro influenza e conta di più la
moltitudine che si sente finalmente difesa dai soprusi.
Ha origine in quest’epoca lo stato
moderno. E’ l’epoca di Donatello, Brunelleschi, Giotto, dei Guelfi e dei
Ghibellini.
Poi è l’epoca della scoperta
dell’America (1492). Si formano gli imperi coloniali: la Spagna conquista tutta
l’America Latina, tranne il Brasile che se lo prende il Portogallo; al
nord, i Francesi e gli Inglesi piantano la loro bandiera su vasti
territori, l’Olanda si sistema nelle regioni indiane. Di conseguenza decade la
potenza politica dell’Italia che , divisa, non regge alla concorrenza e conta
sempre di meno.
1419 – Nei documenti del 1419 il territorio di Pietra Demone è
definito disabitato.
1448 –Il castello di Pietra Demone viene definito come “distrutto”.
1494 - Gli Italiani
aprono le porte agli stranieri: è la volta di Carlo VIII di Francia.
1498 – Savonarola
parla troppo: finisce sul rogo
1499 – Adesso è Luigi
XII di Francia che scende in Italia e conquista Napoli e Milano.
1500 – La chiesa di S. Maria di Vallebuona (
chiesa guasta in un castello disfatto) viene rifatta
dagli uomini di Canemorto, in seguito a una serie di miracoli legati a una sua
immagine. Il Piazza conferma che è oggetto di grande devozione e che vi si trova
annesso un dormitorio.
1513 - Canemorto non è ancora comunità ma semplice Villa (Castello
con sottostante nucleo di case). Esisteva il Castello di Vallebona al pari di
quelli di Petescia, Montorio e Pozzaglia. L’esodo degli abitanti di Vallebona
viene effettuato tra il 1513 e il 1600. Infatti la casa dove nacque Vincenzo
Manenti è compresa nel gruppo di case fabbricate in Orvinio dagli ex abitanti
di Vallebona. In questo periodo nasce il nuovo nucleo di Orvinio comprendente
via Segni da Porta dell’Arco a Porta Romana, via del Giardino dal portone n.14
fino a Piazza Vittorio Emauele III, corso Vincenzo Manenti da via Ripetta a
Porta Romana, le due porte suddette e il Borgo compreso tra le salite del Borgo
e via Nuova ora Cesare Battisti.
1517 – In Germania
c’è Lutero con le sue proteste
1517 – Giordano Orsini d’Aragona concede a Giordano de Cola di
Basilio Basilici da Canemorto con un provvedimento del 1517, privilegi per se e
per i suoi figli per gli innumerevoli servigi resi alla casata da lui, suo padre, dai suoi antenati e
da tutta la sua famiglia
1536 – viene consacrata la chiesa di S.Nicola di
Bari di Canemorto (31 marzo)
1530 – Carlo V scende
anche lui in Italia dove viene incoronato imperatore e re d’Italia.
1545-1563 – Il lungo
Concilio di Trento combatte i Protestanti.
1556 – Carlo V va in
convento.
1558 – Canemorto passa dalle dipendenze degli Orsini a quella dei
Tuttavilla
1571 – A Lepanto
Cristiani e Turchi si combattono. Vincono i primi. Da allora ogni giorno
il mezzogiorno viene salutato con lo sparo di un cannone sul
Gianicolo.
1573 – Canemorto passa dalle dipendenze dei Tuttavilla a quella dei
Muti
1582 – Nasce il Convento della chiesa di Santa Maria di Raccomandati
1583 - Il tribunale di Canemorto era dei duchi Muti
1585 – Il 25 giugno nasce la Confraternita del
Santissimo Sacramento. Inizialmente la stessa era aggregata all'omonima
compagnia della Minerva di Roma e vanta circa cento iscritti. Attualmente è
composta da circa settanta confratelli e la propria divisa consiste in un
camice di colore bianco, legato per la cinta da un cordone rosso e bianco,
sovrastato da un ampio colletto rosso e riportante sul lato sinistro il
proprio stemma. La sede è situata presso la Chiesa Parrocchiale di Orvinio
"San Nicola di Bari". È comunemente detta dei "Càmici
d'Abballe". Da circa un decennio la Confraternita è validamente
supportata anche da un gruppo di "consorelle" che, nonostante in
numero notevolmente minore rispetto ai confratelli, si occupano
dell'ordinaria manutenzione dei beni della Confraternita, partecipano
attivamente, indossando un foulard di color celeste, alle cerimonie
religiose con canti e preghiere ed aveva un reddito
annuo di 50 scudi.
1600. Nasce a Canemorto Vincenzo Manenti
1605 – Sulpizio Basilici figlio di Ovidio Basilici sposa
Bernardina Cervelli figlia di NicolAngelo. Tra i testimoni alle nozze Ascanio
Manenti . Lo stesso giorno si sposa anche Caterina la figlia di Ovidio con
Domenico Cervelli, figlio anch’esso di NicolAngelo. Fratello e sorella Basilici
con sorella e fratello Cervelli. Sia la famiglia Basilici che la famiglia
Cervelli hanno la propria cappella nella chiesa di Santa Maria dei
Raccomandati. NicolAngelo (Nicola Angelo o Colagnolo) ha uno stemma che ancora
oggi si trova sopra la casa di famiglia in corso Manenti di fronte
all’attuale ristorante da Emma.
1614 – Viene sconsacrata la Chiesa di San Giacomo
1624 - Pozzaglia
chiamata Puzzaglia, Putalea nelle scritture in latino, per via del suo
territorio ricco di pozzi d’acqua, aveva un rapporto di odio e amore con
Canemorto. Dopo quattro secoli è ancora così. Tanto per dirne una c’è una
controversia infinita tra i due paesi circa il possesso di S. Maria del Piano
che si trova esattamente a metà strada. Di qualcuna di queste controversie
abbiamo notizia. In una riunione del 20 luglio 1624, ad esempio, il dott.
Andrea Basilici, che fa parte del Consiglio della Comunità di Canemorto con il
ruolo di Priore, investe l’Assemblea di un problema legale. Pare che l’avvocato
scelto per patrocinare la sua causa contro “quilli di Puzzaglia” non fosse
all’altezza e così fa pressioni al Consiglio per sostituirlo.
1625 - Il tribunale di Canemorto era dei Borghese, duchi di
Canemorto.
1633 – I Muti cedono il ducato di Vallemuzia tramutato in quello di
Canemorto ai Borghese, ottengo in cambio il ducato di Rignano.
1638 - La campana piccola di S.Nicola fusa, forse
proviene dalla vecchia chiesa
1643 – ricostruzione della chiesa di Vallebona; l’esodo sarebbe
avvenuto prima di tale data. Nell’interno della chiesa si possono ammirare vari
dipinti e affreschi di Vincenzo Manenti.
1647 – Un po di caos
a Napoli: c’è di mezzo Masaniello.
Vediamo ciò che accade, nel frattempo, in luoghi più vicini a
noi.
Lo Stato Pontificio altro non è che un insieme di stati mancanti
di un ossatura politica e economica, caratterizzato da un grande guazzabuglio e
commisura di poteri i cui organi non hanno ben delineati funzioni civili da
quelle religiose.
La religione come strumento del regno ha raggiunto l’estremo culmine
provocando il caos con gli abusi e le ipocrisie della monarchia assoluta di
tipo elettivo che è il papato.
I signorotti delle grandi famiglie non permettono che i i loro
interessi familiari scivolino nel pur minimo rapporto di vassallaggio nei
confronti della Sante Sede, sentendosi essi stessi capi di un piccolo
stato (nello Stato) sul quale esercitano la loro forza giurisdizionale basata
sul possesso di una carica trattata come proprietà privata.
Caratteristica dello Stato Pontificio del XVII secolo è quella forma di
nepotismo secondo il quale il Papa è circondato da una folta schiera di parenti
forniti di titoli e blasoni e di cortigiani preoccupati solo di trarre il
massimo beneficio da una situazione favorevole che assicuri loro
l’immunità per qualsiasi trasgressione.
E’ solo con la campagna condotta da Bonaparte come vedremo in seguito
che il potere temporale del Papato subisce una forte scossa e il 15 febbraio
1798 con la nascita della Repubblica Romana, esso sarà dichiarato decaduto.
Canemorto come tutti
gli altri paesi, fu essenzialmente una comunità contadina, soggetta come le
altre a pagare alla S. Sede una serie infinita di tasse che non venivano
imposte come tributi, bensì pretese come elemosina dalla comunità (tassa del
focativo, tassa del sale, della macellazione , del garno , ecc.)
sovrapponendosi alla finanza del principe locale (Borghese).
La coltivazione del terreno, partendo fin sotto le mura cittadine si
estendeva a raggiera, per un’area direttamente proporzionale alle dimensioni
della città,ed era intervallata da coltivazioni intensive (orti) a coltivazioni
estensive (seminativi).
La terminologia in uso era:
Scudo : nome di varie
monete d’oro e d’argento, originariamente recanti su una delle facce una “S”
araldica.
Baiocco: monetina
d’argento; in rame nel XVII sec. Quando venne svalutata e ridotta di
peso, era pari alla centesima parte di uno scudo.
Canna: antica unità di
misura metrica costituita da una canna di legno leggero lunga generalmente
circa tre metri.
Palmo: unità di lunghezza
usata prima dell’attuale sistema metrico decimale, a Roma corrispondeva a
cm.22.34.
Piede: unità di misura
metrica che a Roma corrispondeva a 0,335.
Miglio: unità di misura
itineraria, equivaleva a 1000 passi cioè circa 1480 m..
Libra: antica misura di
peso, equivalente ad un terzo di Kg.
I capi della comunità erano i Priori , generalmente in numero di tre,
che venivano eletti annualmente, e nel periodo del settecento semestralmente,
dal consiglio della comunità. Il primo Priore o capo Priore corrispondeva
presso a poco all’attuale Sindaco e faceva da tramite tra la comunità e il
Principe. Per essere eletti Priori bisognava possedere beni nella
comunità, non aver contratto debiti e soprattutto risiedere nella Comunità
stessa. Non era necessario essere persone colte, il saper leggere e scrivere
era appena richiesto al primo Priore, mentre gli altri due - di
solito analfabeti –sottoscrivevano spesso i documenti e gli atti con la croce.
Insieme ai Priori venivano eletti i consiglieri in numero di 24. Il
segretario priorale si occupava degli atti amministrativi legati all’ufficio
del Priore. Il Governatore pro-tempore si occupava del feudo, curando gli
interessi del Principe e riscotendo ulteriori imposte sui certificati, sulle
cause per controversie, sul prestito di grano, ecc. Questa terna di
amministratori risiedeva nella casa Priorale dove aveva l’ufficio anche il
Governatore.
Dal ‘500 al ‘700 la malaria costituiva la piaga degli
insediamenti umani. A causa di questo malanno molti insediamenti, che sorgevano
nei pressi di zone umide, si spopolarono.
Tal danno non accadeva sicuramente agli antichi che sceglievano
luoghi di aree perfetti, forniti di acque e di tutto ciò che può render
la vita meno infelice, essendoché conoscevano che il soggiorno è la cosa
principale della nostra esistenza ( Marocco
–Monumenti dello Stato Pontificio)
Il medico condotto in genere curava le ferite, faceva delle
piccole operazioni chirurgiche o pratica una medicina, all’epoca molto diffusa,
che consisteva in salassi (applicava le sanguisughe) o in vescicanti (applicava
sulla pelle delle sostanze allergiche che provocavano vesciche il cui liquido
si credeva contenesse i veleni del male) , inoltre era d’uso comune la
pratica di clisteri e purghe.
Il medico chirurgo di solito era anche barbiere e a volte faceva anche
il maestro di scuola
1659 -Nasce Giovanni Girolamo Frezza, incisore.
1660 – Viene eretta
la Compagnia del Gonfalone e dello Spirito Santo e aggregata
all’Arciconfraternita di S. Lucia in Roma. Oggi la sede della confraternita è situata presso la
Chiesa di Santa Maria dei Raccomandati, di proprietà comunale. Sembra che la
denominazione "Gonfalone" sia legata proprio al legame con il Comune,
ed anche il colore "blù" riprende i colori comunali di Orvinio.
All'interno della chiesa sono presenti due cappelle, dedicate alle famiglie
nobiliari Cervelli e Basilici: sembrerebbe che furono proprio queste due
famiglie orviniesi a dare impulso alla nascita della Confraternita del
Gonfalone. È aggregata alla compagnia della Misericordia di Roma, ed è composta
da circa 80 confratelli, suddivisi tra praticanti e sostenitori. La divisa
rispecchia quella della Confraternita del
Santissimo
Sacramento; naturalmente cambiano i colori che sono il bianco ed il blù.
È denominata dei "Càmici d'Ammònte".
1674 - Muore Vincenzo Manenti.
1676 - Muore il primo sacerdote di Vallebona, certo Fabri di
Canemorto
1680 – La chiesa di San Nicola di Bari prese la forma attuale dopo
essere stata riedificata nel 1530.
1689 - Sisto V toglie
all'Abbazia di Farfa ogni giurisdizione su Canemorto
1709 – Nella chiesa di San Nicola di Bari viene eretto l’altare
della SS. Trinità da Caterina Basilici
1716 – La chiesa di San Nicola di Bari viene accresciuta di due
retrostante, di una sacrestia e di altre tre stanze sovrapposte.
1727 - Santa Maria di Vallebona fu dichiarata protettrice di
L'Aquila.
1741 - Muore Giovanni Girolamo
Frezza, incisore, a 81 anni.
1745 – Il 31 dicembre erano riuniti nella Casa Priorale della
Comunità di Canemorto :
Alesij Angelo
Alesij Bartolomeo
Alesij Belardino
Alesij Domenico
Alesij Paolo
Alesij Angelo G.Paolo
Alesij Raimondo
Amici Carlo
Amici Marco
Amici Filippo
Aniballi Giuseppe
Attilia Agostino
Attilia Giuseppe
Barnabei Giuseppe
Barnabei Domenico
Basilici Ferdinando
Bernabei Giacomo
Biscossi Simone
Cervelli Nicola
Cervelli Domenico
Croce Pietro
D’Alessandro Tomasso
D’Attilia Ascanio
Desideri Giovanni
Fabri Domenico
Fabri Santo
Fabriani Maria
Fabriani Gaetano
Fabriani Giuseppe
Fabriani Armando Maria
Filizzola Giacomo Filippo
Francorsi Nicola
Frezza Armando
Frezza Belardino
Frezza Carlo
Frezza March’Aurelio
Frezza Andrea
Gagliani Belardino
Gagliani Clemente
Gagliani Michele
Guglielmi Lorenzo
Guglielmi Lorenzo
Iannilli Marco
Inviani Belardino
Ipoliti Paolo
Lalli Paolo
Lalli Orazio
Lalli Filippo
Lalli Gio.Battista
Liberti Nicola
Liberti Giacomo
Lobenzi Gio. Battista
Mancini Bernardo
Marcangeli Paolo
Palmavi Domenico Armando
Palmerij Filippo
Pavvini Arcangelo
Pelini Giuseppe
Perrini Arcangelo
Petrocchi Armando
Petrucci Domenico
Ragazzone Domenico
Ragazzone Siergio
Ranalli Carlo
Ranalli Giacomo
Regalini Armando
Roberti Giacomo
Rossi Bartolomeo
Rossi Giuseppe
Scanzani Armando
Scanzani Francecso
Scanzani Venanzio
Scanzani Filippo
Scanzani Armando
Sebastiani Pio
Semini Viaggio
Taschetti Pietro
Taschetti Marco
Taschetti Paolo
Taschetti Vincenzo
Vagliani Benedetto
Valentini Giuseppe
Vaschetta Giacomo
Vaschetta Domenico
Zezza Vittorio
1761 - Viene collocata la pietra IOVI in via Nuova oggi via
Cesare Battisti al n.41.
La tumulazione dei morti avveniva nei pressi della chiesa di
S. Maria del Piano. Tale pratica nel 1800 fu vietata obbligando quindi
l’amministrazioene comunale a cercare un sito per il cim:itero. Così nel 1880
ogni costruzione fu abbattuta per ricavarne materiale da costruzione .
L’unico punto di approvvigionamento era la fonte posta appena
fuori dell’Arco. Essa serviva oltre che ad attingere acqua per uso domestico
anche per abbeverare il bestiame. Grossi vasconi posti sul retro servivano alle
donne per lavare i panni sporchi.
L’orologio originario collocato sopra l’arco è stato sostituito con
quello attuale. (vedi ASR Congregazione del Buon Governo serie II)
La Comunità era proprietaria di un locale adibito ad osteria e di
uno a forno. Gli esercizi venivano dati in affitto a privati per periodi triennali.
Ma torniamo a bomba.
1701-1748 Tre
guerre di successione (spagnola, polacca, austriaca) sconvolgono l’Europa.
1718 – Nella chiesa di San Nicola di Bari, l’altare della Madonna
del Suffragio viene eretto da Giacomo Marcangeli
1769 Nasce Napoleone
Bonaparte
1789 Gli insorti a
Parigi prendono la Bastiglia. E’ il 14 luglio.
1791 - Luigi XVI, che
se la vede brutta, cerca di scappare. Ma a Varennes lo fermano
1792 - in Francia viene
proclamata la Repubblica.
1793 - Il 21 gennaio Luigi
XVI sale sul patibolo. Dice: sono innocente!
1793 - Comincia il
terrore. Chi manovra tutto è Robespierre.
1794 - Rivolta dei
Termidoristi. Così detti perché rovesciano Robespierre il 9 termidoro(27/7).
1795 - I realisti,
cioè i nostalgici tentano un colpo di mano. Appare sulla scena un certo
Napoleone Bonaparte. E’ il 13 vendemmiaio cioè il 5 ottobre.
Quali
effetti produce la Rivoluzione francese?
Cambia prima di tutto, la struttura
politica della società:c’era chi stava troppo in alto e chi troppo in basso, e
la rivoluzione distrugge i privilegi di alcune classi, come il clero ricco e
gli aristocratici.
Mette un freno al potere assoluto del
principe, eredità del Medioevo, fino a questo momento arbitro, nel nome di Dio,
del destino di tutti.
Mutano anche i rapporti economici: i
contadini, ad esempio, avevano soltanto obblighi, come il pagamento di imposte
esose e l’impegno di svolgere, senza alcun compenso, gravosi servizi.
Si afferma la sovranità popolare,
cioè il concetto di democrazia: tocca ai rappresentanti delle masse,
liberamente eletti, formulare le leggi e approvarle o respingerle con i loro
voti.
I princìpi che trionfano a Parigi.,
dilagano nella vecchia Europa.
Si afferma la macchina e nasce
l’industria moderna. Si organizza il sistema postale, si aprono nuovi mercati.
E’ con Napoleone che scompare un
mondo ancora legato al Feudalesimo e che si diffondono quei principi che
ci governano.
Con la Rivoluzione si imposero alcune
regole sulle quali ancora si fonda la nostra esistenza: l’affermazione
dell’inviolabilità della persona umana , il diritto di esprimere le proprie
convinzioni e di pregare secondo la propria fede, il criterio morale che
stabilisce: “La legge è uguale per tutti” anche se in qualche circostanza “per
qualcuno è più uguale”.
Due ideologie danno la spinta al
Risorgimento:
il Liberalismo e il Romanticismo, movimenti intellettuali che sanno
ridestare i sentimenti mai spenti della nazionalità, della religione e
dell’indipendenza.
I Romantici si ribellano alle regole del
Classicismo, che impongono precisi limiti stilistici, per abbandonarsi alla
spontaneità, ma combattono soprattutto la tirannide e l’ingiustizia.
Il romanzo italiano che meglio
esprime questa ribellione culturale è “I promessi sposi” di
Alessandro Manzoni.
E’ in questo momento che nascono le
società segrete (Carboneria).
Nel Piemonte di Vittorio Emanuele I è stata
abolita la tortura, ma ancora si usano la ruota e le tenaglie roventi prima
dell’esecuzione del condannato perché è in vigore la pena di morte.
Il cadavere del giustiziato viene
poi fatto a pezzi. Si entra in prigione con facilità, molto difficile è
uscirne.
Il primo Ottocento non è fatto soltanto
di schioppettate e sommosse. C’è anche la piccola vita quotidiana con i suoi
riti, ricorrenze e semplici gioie: ecco caprai e venditori di latte a piazza di
Spagna; una donna non esce sola neppure per la messa; le prostitute si chiamano
“donne curiali” perché esercitano con licenza della Curia; nell’Agro Romano
imperversa il brigantaggio; i nobili hanno un giorno fisso per ricevere: i
Chigi il giovedì, i Borghese il venerdì……; molto diffuse sono le osterie
frequentate dai popolani; popolarissimo il gioco del pallone; a scuola basta un
errore in una moltiplicazione o una macchia d’inchiostro sul quaderno per far
distribuire qualche nerbata.
1798 – Canemorto è incluso dapprima nel Dipartimento del Clitunno,
cantone di Poggio Nativo per passare poi al Dipartimento di Roma, circondario
di Rieti, come capoluogo di cantone che comprendeva anche Collalto e Percile
1807 – Viene istituita la Pia Unione di sorelle della Carità con lo
scopo di accudire gli ammalati.
1816 – La chiesa di Santa Maria dei Raccomandati prima
appartenuta ai Frati Minori Conventuali passa alla Comunità
il 14 maggio.
1816 – Con la restaurazione e la riforma del 1816 viene ricostituita la baronia che durerà fino al 12
ottobre 1816, allorché il principe don Camillo Borghese rinunciò ai diritti
feudali su Orvinio.
1817 – Con il definitivo riordinamento dell’assetto territoriale
della delegazione di Rieti, Orvinio entra a far parte del Distretto di Poggio
Mirteto in provincia di Perugia e diviene sede di governatorato, la cui
giurisdizione si estende su Petescia, Pozzaglia, con gli appodiati Montorio in
Valle (prima si diceva “della Valle”, gli è stato applicato perché prospiciente
l’antica valle Muzia) e Pietraforte, e Scandriglia. Il governo comprendeva
anche Riofreddo, Cantalupo Bardella - oggi Mandela -, Licenza, con gli
appodiati Civitella e Roccagiovine, Percile, Scarpa, Vallinfreda e Vivaro, per
una popolazione complessiva di 10.776 persone.
1818 – Pio VII stabilisce di erogare le rendite della ex Abbazia di
Santa Maria del Piano
1820 – Termina la sepoltura nel cimitero di Santa
Maria dei Raccomandati sito nei pressi e attiguo al coro.
I moti italiani trovano il loro
leader nel dott. Giuseppe Mazzini, laureato in giurisprudenza, genovese; la sua
rivolta inizia una domenica di aprile del 1821.
Nel settembre del 1833 riceve la
visita di un giovane marinaio: Giuseppe Garibaldi. In quel momento si decide la
sorte dell’Italia.
Le idee liberali fanno strada e i
sovrani vengono a patti coi loro sudditi: Ferdinando II di Borbone cede per
primo.
Un giovane poeta Goffredo Mameli
compone un Inno destinato a rimanere nel tempo “Fratelli d’Italia”. La musica è
del maestro Michele Novaro.
1836 – il 24 settembre avviene la visita pastorale
del Vescovo di Sabina Mons. Canali Francesco, che viene accolto dal
parroco don Giuseppe Giammattei. Prende alloggio presso l’avvocato Gregorio
Morelli
1840 – Fino al 31 dicembre Canemorto è stato alle
dipendenze della Curia Vescovile di Sabina.
1841 – Dal 1 gennaio Canemorto è alle dipendenze del Vescovo di
Tivoli
1842 – A ottobre viene inaugurata la chiesa di San Nicolò in corso
Vanenti, su una precedente del XVI secolo
1848 – Il 23
marzo in Italia succede un “48”. Carlo Alberto entra in campo contro l’Austria
sventolando per la prima volta il tricolore con lo scudo di Savoia. Un
disastro.
1849 – Gli abitanti di Pozzaglia rubano il quadro della Madonna di
S. Maria e gli Orviniesi di Canemorto si appropriano della campana di S. Maria
1849 – Garibaldi dimora a Canemorto alloggia nella
casa in Piazza Garibaldi n.1 di proprietà della famiglia Morelli e
precisamente nella stanza al secondo piano avente la finestra in prossimità
dell’angolo con la salita del Borgo ed in asse con via Roma e la porta della
chiesa di S.Giacomo.
1855 – causa colera viene fatto il seppellimento nella chiesa di S.
Maria
1860 – le carceri sono in via del Giardino annesso al Castello.
Orvinio passa dallo Stato Pontificio al Regno d’Italia.
1860 - Dopo l'annessione al Regno d'Italia, avvenuta nel 1860,
Canemorto viene compreso nella provincia di Perugia alla quale rimane fino al
1923, anno in cui passò alla provincia di Roma, fino alla successiva annessione
alla neo-istituita provincia di Rieti, verificatasi nel 1927.
1861 – Orvinio conta 1585 abitanti
1860 – Il 5 maggio
mille uomini, con Garibaldi conquistano mezza Italia.
“Fatta l’Italia bisogna fare gli Italiani”
C’è differenza fra Nord e Sud e
diverse sono le condizioni sociali, economiche, sanitarie e culturali delle
varie zone del paese. L’agricoltura è arretrata, l’industria quasi sconosciuta,
le comunicazioni difficili al centro e nel meridione. 80 cittadini su 100 sono
analfabeti. L’obbligo del servizio militare sottrae braccia alle
campagne. Ognuno continua a parlare il suo dialetto e non ci si capisce. Nasce
la camorra e la mafia. Nasce anche il brigantaggio.
1861- Diventiamo un Regno
Unito.
1863 – Viene ripristinato il nome di Orvinio al posto di Canemorto
(con Delibera Comunale del 29.11.1863 – Reggio Decreto 29 marzo 1863.
1864 – Orvinio è sotto la Diocesi e il Distretto di Rieti,
capoluogo del Governo e conta ben 9548 anime . Vi sono alcune botteghe di
tessuti, caffè, osterie, sali e tabacchi, ferri lavorati. Ci sono tre
procuratori, un notaio, un medico condotto e la farmacia della famiglia De
Angelis, negozi di cereali, tre ebanisti, sarti, un caldararo, calzolai,
barbieri, sei matarassai, sette muratori, torchi da vino e la mola a grano
della famiglia Filonardi. Il solo comune di Orvinio conta 1618 anime poste
tutte all’interno del paese sotto l’unica parrocchia di San Nicola di Bari,
riuniti in 306 famiglie entro 320 case.
1869 – S. Maria del Piano viene acquistata dal Comune di Orvinio al
Demanio.
1870- I bersaglieri
entrano in Porta Pia a Roma, che diventa Capitale.
1870 – autorizzazione prefettizia per il seppellimento nella chiesa
di S. Maria.
1871 – Orvinio conta 1582 abitanti
1872 – Caduta di meteoriti “Orvinite”
1875 – E’ stata officiata la Chiesa di S. Giovanni, in essa vi si
recano processionalmente gli Orviniesi per raggiungere Vallebona e le meteoriti
vengono portate in un museo a Roma.
1876 – Nasce a Orvinio , da genitori veneziani, lo scrittore
Virgilio Brocchi. Nei suoi numerosi romanzi e racconti, i più raggruppati in
cicli, un socialismo idealeggiante, un po’ alla De Amicis, tempera di ottimismo
e di languidezze sentimentali l’originaria cupezza degli schemi naturalistici.
E’ narratore piano, di facile comunicativa. Opere principali : L’isola sonante,
1911; Mitì, 1917; Il posto nel mondo, 1920, ecc..
1881 – Orvinio conta 1607 abitanti
1884 – Viene deposta la lapide a ricordo di Garibaldi.
1885 – Viene stipulato il contratto di appalto per la costruzione
del camposanto S. Maria (delle Fargne) e vengono introdotte a Orvinio le
“palombelle” (colombi)
1886 – Nasce Amaranto Fabriani. Il 28 settembre.
1888- Cominciamo a
diventare colonialisti. Ci installiamo in Eritrea e in Somalia.
1895- Guglielmo
Marconi inventa il telegrafo senza fili. Nasce la radio.
1895- Per iniziativa di un
ufficiale di cavalleria Giovanni Agnelli sorge la Fabbrica Italiana
Automobili Torino (FIAT).
La chiameranno la “belle epoque”, ma non
è una stagione del tutto felice.
Milioni di Italiani, a causa della crisi dell’agricoltura e del
progresso scientifico, che rendono superflua molta mano d’opera, sono costretti
a partire per gli Stati Uniti, il Brasile, l’Argentina, l’America Centrale, in
cerca di un lavoro.
Alcuni faranno fortuna, molti altri no.
1898 – La vecchia campana di Vallebona viene fatta precipitare dal
campanile e battezzata la nuova campana.
1900 – Festeggiamento del terzo centenario di
Manenti rinviato per uccisione di Umberto I di Savoia.
1901 – Orvinio conta
1687 abitanti
1904 – Festeggiamento del terzo centenario di Manenti
1905 – Il 13 maggio muore Alessandro Fabriani, padre di Amaranto e
il 11 agosto muore Angelina Clavelli, la madre.
1906 - viene inaugurato il camposanto delle Petriane;
finora i morti venivano seppelliti nella chiesa di S. Maria per impraticabilità
del camposanto delle Fargne.
1911- Conquistiamo la
Libia
1914 – Viene inaugurato l’impianto della luce elettrica in
sostituzione dei lumi a petrolio e viene sistemato un orologio a doppio
quadrante di vetro sopra la Porta Romana
1914- Il 28 giugno a
Serajevo uno studente bosniaco uccide Francesco Ferdinando, arciduca d’Austria
e il mondo si divide in due. Da una parte l’impero Austro Ungarico e la
Germania. Dall’altra Russia e Inghilterra. Scoppia la guerra.
1915- Il 24 maggio
l’Italia che ha abbandonato la triplice alleanza con l’Austria e la Germania,
ha sottoscritto il patto di Londra e entra nella Grande Guerra.
1916 – Il ceppo del campanone della chiesa di S.Nicola viene rifatto
dal falegname Mario Scanzani.
1917- Il 1° febbraio la
Germania avverte gli stati neutrali che i suoi sottomarini affonderanno tutte
le navi che si trovano sulle rotte di guerra senza tener conto della
nazionalità. Gli Stati Uniti intervengono.
1918- Il 4 novembre
vinciamo ma abbiamo rischiato molto.
E arriva l’epoca dei dittatori, tutti e tre prodotti della guerra:
Stalin, Hitler e Mussolini
1921 – Orvinio conta 1750 abitanti
1922- I fascisti marciano
su Roma. Mussolini inizia la sua carriera.
1922 – A Orvinio viene rifatto il soffitto della chiesa di S. Nicola
e lungo la strada comunale che collega Pozzaglia ad Orvinio viene
scavato un fossato: a circa un metro di profondità, all’interno di un
recipiente fittile andato completamente distrutto, sono rinvenute un certo
numero di monete, che in numero complessivo di 29, sono vendute al museo
nazionale romano tra il 1922 ed il 1924. La data di occultamento del tesoretto
è in parte controversa; secondo le ipotesi più accreditate l’emissione più
recente sarebbe quella della serie librale datata al 225 a.C., termine
probabile dell’occultamento.
L’importante ritrovamento ci consente di ipotizzare che, in questi
luoghi, fossero presenti degli insediamenti abitati anche in epoca piuttosto
remota.
Grotta Pila è una cavità naturale lunga circa 40 metri, sul Monte
Frainili, nel territorio di Pozzaglia. Sono visibili concrezioni dovute allo
stillicidio delle acque sotterranee. Gli oggetti in essa rinvenuti, vasi e
sepolture, vengono datati tra il neolitico e l’età del rame.
1923 –Orvinio passa dalla provincia di Perugia in Umbria alla
provincia di Roma nel Lazio
1924 – Viene rifatto il ceppo della campana media della chiesa di S.
Nicola
1926 – Il 25 dicembre nasce a Orvinio Natale
(Natalino) Forte apprezzato dirigente del Ministero delle
Finanze prima e scrittore e poeta poi, ha scritto e pubblicato tre
libri in cui cerca di far rivivere, con successo, aneddoti, modi di dire e
poesie interamente scritte o tradotte in dialetto orviniese.
Addó só natu
(2005)
L'Inferno dantesco. 15 Canti
tradotti in dialetto orviniese (2011)
1927 – A seguito di riordino delle Circoscrizioni Provinciali
stabilito dal regio decreto n.1 del 2 gennaio 1927, per volontà del governo
fascista, quando viene istituita la provincia di Rieti, Orvinio passa da quella
di Roma a quella di Rieti
1928 – E’ stato composto l’inno a Orvinio di Amaranto
Fabriani .
1930 . Il paese diviene residenza abituale dei marchesi Berlingeri
1931 – Orvinio conta 1529 abitanti
1935- Guerra all’Etiopia.
Ci facciamo l’Impero.
1935 – Una via di Roma viene chiamata via Orvinio e a Orvinio ,
sotto don Salvatore sono iniziati i restauri dei cinque altari di San Nicola di
Bari, durati fino al 1939.
1936 – Orvinio conta 1405 abitanti
1939- Il 1° settembre
Hitler scatena il più grande conflitto della soria. Inizia la seconda
catastrofe, la Germania invade la Polonia. In tre settimane vengono assassinati
200.000 ebrei. Il 3 settembre Inghilterra e Francia entrano nel conflitto.
Scatta l’offensiva contro la Francia. In Italia mentre si provano le
sirene d’allarme e nasce il mercato nero, nel teatro si impongono Totò e Anna
Magnani.
1939 – Viene tolta la cancellata di ferro di piazza Garibaldi per
essere donata alla Patria e ultimato il libro di Orvinio di Amaranto Fabriani
1940- Il 10 giugno
Mussolini entra in guerra, l’Italia dichiara guerra a Francia e
Inghilterra
1941 – I due timpani di bronzo dell’orologio di Porta Romana vengono
donati alla Patria.
1942 – Muore Filippo Cremonesi.
1943- L’8 settembre c’è l’armistizio
in Italia. Ma i nostri guai non sono finiti
Il 2 settembre 1945 finisce la guerra . E’ la pace in tutto il mondo.
Si fa per dire. Vittorio Emanuele III fa arrestare Mussolina.
1943 – Il castello di Orvinio passa ai Malvezzi e Orvinio viene occupato
dai tedeschi a fine settembre da circa 60 uomini tra graduati e truppa
1944 – I tedeschi abbandonano Orvinio Incalzati dalle truppe
italiane ed alleate gli ultimi soldati tedeschi abbandonano Orvinio alle ore
cinque di sabato 17 giugno1944 dirigendosi verso Rieti dopo aver fatti saltare
con la dinamite, alle ore tre il ponticello o chiavicotto detto dello sprofondo
o del bottino ed alle ore cinque della stessa mattina il ponte grande in
località Grugnaleta (detto Ponte di Orsi – nome del costruttore) prospiciente
il Santuario della Madonna SS.ma di Vallebona
1945 – Sollevazione
dei patrioti diretti da Cadorna
1946- Il 2 giugno
diventiamo una Repubblica
1948 – La cancellata della fontana veniva ricollocata al suo posto
dopo aver giaciuto nelle fontane
1949 – Viene ricollocata sulla torretta della chiesa dei
Raccomandati la campana di bronzo. Vengono rimosse le salme dalla chiesa di S.
Maria al cimitero delle Petriane.
1951 – Vengono coniate le medaglie in onore della Madonna di
Vallebona. Viene tagliata la montagna delle Canapine per allargare la strada.
Sono stati avulsi dal Mandamento di Orvinio le frazioni di Collalto,
Collegiove, Marcetelli mentre esisteva il castello di Vallebona,
pertanto l’esodo sarebbe avvenuto dopo tale data .
1951 – Orvinio conta 1194 abitanti
1961 – Orvinio conta
880 abitanti
1953 -Il 17 marzo 1953 riunione nel palazzo comunale di Orvinio dei
rappresentanti della sovrintendenza, dell’Intendenza di Finanza di Rieti e del
sindaco di Orvinio, professore Goffredo Liguori per concordare la cessione
gratuita di tutto il complesso di S.Maria del Piano, dal Comune di Orvinio
verso lo Stato Italiano, giusta Deliberazione n.4 del 30 aprile 1953 del
Consiglio Comunale di Orvinio, debitamente approvata dalla Autorità Tutoria; in
detta Deliberazione il Comune di Orvinio ha posto a suo carico le spese di
registrazione dell’atto di cessione
1971 – Orvinio conta 633 abitanti
1981 – Orvinio conta 424 abitanti
1991 – Orvinio conta 456 abitanti
2001 – Orvinio conta 427 abitanti
2002 – L’amministrazione di Orvinio diviene proprietaria dopo circa
trecento anni della Chiesa di San Giacomo Apostolo, progettata da G. Lorenzo
Bernini. Questo risultato si deve, all’intervento di Lionello Tani e della
famiglia dei Velini di Arsoli (Rm) che hanno fatto atto di donazione al Comune.
Gli interventi di restauro, curati dalla Soprintendenza, hanno consentiti di
utilizzare la chiesa sconsacrata da tempo, quale sede di convegni, concerti e
altre attività culturali.
2011 – Orvinio conta 448 abitanti
2004 – fino al 2009 il sindaco di Orvinio è Rino Fusi
2009 – Diviene sindaco Alfredo Simeoni
2013 – Orvinio conta 436 abitanti, di cui 234 maschi e 202 femmine
2014 – Il 17 gennaio viene costituito da Pietro Attilia di Canemorto il Somary Club Orvinio Top Ten.
2014 – l’8 novembre viene
donata la pala della copia di San Matteo e l’Angelo di Caravaggio alla chiesa
di San Nicola di Bari, grazie all’interessamento di Gianni
Forte e Pietro Attilia.