10 dicembre 2014

TOPONIMI DI ORVINIO


Alcuni toponimi dedotti dagli atti notarili, in uso tra il 1520 e il 1786:

Le Fossata, Prata de Valentino, Colle della Guardia, Selvalonga, le Coste, li Favani, S. Benedetto, Vallebona, Falascuso, le Cerreta,  la Macchia, lo Cretone ,  li Migliorati, lo Puzzo, Casale, Valle Cerescia, appresso allo Carbonaro, lo Rincassaro, lo Torricello, Porta Giù (porta vecchia), Contrada del Furno, il Casato, via del Carbonaro, la Pozza delli Ricci, piazza delli Pini, S. Giovanni, Cannuccetta, Pisciarello, il Giardino delle Piane, Fonte delli Cani, le Prata, Vigne Saule, li Mantialotti, il Forno Vecchio

09 dicembre 2014

STORIA D’ITALIA E D’ORVINIO


STORIA D’ITALIA E D’ORVINIO

DAI ROMANI AI ROMENI




Quando parliamo degli antichi Romani,  pensiamo solo alle loro conquiste e ce ne facciamo un’idea sbagliata. Dietro le fortificazioni costruivano strade, villaggi e acquedotti che ancora sopravvivono.   Tolleravano le diverse religioni e i diversi modi di vivere. La legge era la stessa per tutti e anche la moneta.
     L’onomomastica latina ha chiare origini rurali e Plinio il Vecchio nota a proposito di alcuni cognomi: “ Pilumno perché era l’inventore del pilum (pestello), Pisone da  misere (macinare); Fabi, Lentuli, Ciceroni a seconda dei legumi che erano più abili a seminare (Fabi da faba,favaLentuli  da lens, lentis, lenticchia; Ciceroni da cicer, cece. Ed anche la toponomastica delle città conserva memoria di origini rurali (Vicinale da vime, vimine, giunco; Porta Mugonia da mugire, muggire).
     Ma soprattutto nel vocabolario quotidiano il latino si presenta  come lingua contadina. Facciamo qualche esempio: nihil (da ne+hilum = nemmeno il filo della buccia della fava); pecunia (da pecus=bestiame) riflette una valutazione della ricchezza in termini di allevamento e merce di scambio; forma è il recipiente dove si raccoglie il latte ( il nostro formaggio è il cacio messo in forma); laetus da laetamen = ciò che allieta la terra) viene applicato per traslato all’uomo; robustus deriva da robur, quercia; egregius (da e+grege) designa in origine l’animale “prescelto dal gregge che adornato con un fiocco viene preparato per il sacrificio; manipulus (da manus + plenus) dal fascio di spighe stretto dalla mano del contadino passa poi ad indicare la più piccola unità tattica della legione; humilis (da humus, terra) dal primitivo valore riferito a pianta che si alza poco da terra designa poi per traslato chi è modesto per condizione; rivalis è colui che ha con altri l’uso di un canale (rivus) e quindi potenzialmente contende l’esercizio di un tale uso, per cui per traslato diventa “competitore geloso”, particolarmente in amore.

Viaggiavano e combinavano affari: in Occidente si spiegavano col latino, in Oriente col greco.
I ragazzi si divertivano con la trottola, il cerchio, l’aquilone, giocavano a mosca cieca o a testa e croce.
C’erano gli spettacoli teatrali e certe macchine che simulavano temporali o facevano comparire qualche divinità che risolveva  i casi più intricati: il “deus ex machina”.
Non tutti erano felici. I patrizi e i ricchi contavano più dei poveri. I funzionari commettevano brogli e corruzioni. I governatori garantivano l’ordine pubblico.
All’ultimo posto erano gli schiavi: erano considerati un bene come l’aratro e il bestiame.
Perché la storia dei Romani finì male? Perché avevano perduto la voglia di lavorare, e inoltre corruzione, economia malata, diminuzione di produzione, inflazione.
Intanto dal fondo delle grandi pianure avanzavano i barbari.
“Barbaro”  non vuol dire cattivo, ignorante, ma semplicemente “straniero”. Il barbaro più barbaro è l’Unno.
Tra i barbari i primi invasori sono i Visigoti, una tribù dei Goti che dalle regioni del Danubio, guidati da Alarico giungono alle porte di Roma, che da 800 anni non conosce assedio.
Siamo nell’anno 395 d.C. e l’impero Romano è diviso in due: Teodosio morendo ha lasciato l’Occidente al figlio Onorio e l’Oriente all’altro figlio Arcadio. Anche se Roma rimane il centro spirituale, le vere capitali sono Milano e Costantinopoli.
Pochi anni dopo (455) Roma subisce la seconda umiliazione. Partito dall’Asia centrale, Attila si mette in marcia coi suoi Unni. Le popolazioni del Veneto, per sfuggire all’invasore, sono fuggite in massa dalla terra ferma e si sono rifugiate nella laguna, dove innalzano le loro case di legno su palafitte (Venezia).
E poi vennero gli Eruli, gli Ostrogoti, i Longobardi; infine tocca ai Franchi. Tra loro spicca un uomo eccezionale: Carlo Magno; egli realizza un sogno: la prima Europa Unita.
Sovrano di straordinaria energia e di lucido equilibrio, Carlo Magno estende il suo dominio, assoggettando in 53 spedizioni militari i Sassoni, i Bavari, gli Avari e i Brettoni. Fronteggia poi gli Arabi e fonda la marca hispanica con capitale Barcellona.
La notte di Natale dell’anno 800 viene incoronato imperatore dei Romani da Papa Leone III in S.Pietro:così sorge il Sacro Romano Impero.
Cè sempre un discendente che sistema le eredità: a quelle di Carlo Magno provvidero figli e nipoti. Morto il grande sovrano, il suo impero finisce per smembrarsi in  tanti stati e staterelli. Nascono così i feudi che il re da’ in godimento ai suoi fedeli.
La scala del potere: il re, i vassalli, il valvassore, il valvassino, il milite e infine l’artigiano e il servo della gleba.
E il servo della gleba se gira su una strada con il suo carro paga il bollo di circolazione, se cammina sulla riva paga il “rivatico”, se attraversa un ponte paga il “pontatico” se pasce le mucche paga l”erbatico” e inoltre andava a fare la guerra per ordine del suo signore.
La vita del feudo si svolge attorno al Castello, sotto le sue mura c’è il Borgo.
Attorno al Castello e al Borgo si lavorano i campi e si allevano animali.
Nascono allora i titoli di commendatore e di cavaliere. Certi titoli si davano solo a quei prodi guerrieri che si erano distinti al servizio della Chiesa, in difesa degli umili, degli oppressi e delle donne.

817 – Inizia la costruzione di S. Maria del Piano sotto il titolo dell’Assunta di qua dal rivo (fosso di S. Maria) che divide dagli altri il territorio di Canemorto lungi un miglio dall’abitato verso oriente (Notizie del Giorno del 20 ottobre 1842)

917 – Orvinio si chiama Malamorte

1000 - E' l'anno in cui risale il Castello Sinibaldi in loc. Castello, di circa 500 anime 35

Si accentua il distacco fra città e campagna. La prima viene lentamente rifiorendo nella collaborazione fra il vescovo e i burgenses artigiani e mercanti. La seconda si ripopola per la maggiore sicurezza pubblica seguita alla cessazione delle grandi scorrerie saracene e vede piano piano attenuarsi  l’asprezza dei rapporti fra signori e servi nelle proprietà fondiarie
.
Da questo momento comincia la vera storia degli Italiani. Nelle città e nei borghi incomincerà ad avvertirsi un risveglio economico che diventerà ben presto una vera rivoluzione contro l’ordinamento feudale: ma soprattutto rifioriranno quegli interessi culturali e artistici che le invasioni barbariche avevano spento nel terrore e nella miseria.
E’ un’alba che lascia intravedere una luce nuova che illuminerà la figura di un grande del pensiero e della poesia: Dante.
Per difendersi e per commerciare, le città marinare armano soldati e navi, proteggono con mura le città, le case e i porti, costituiscono un loro governo e diventano repubbliche indipendenti.
Liberano il mediterraneo dai pirati saraceni e stabiliscono rapporti con il mondo arabo.
Pisa e Genova scacciano i saraceni dall’ Elba, dalla  Corsica e dalla Sardegna. Venezia acquisisce il monopolio di tutti i traffici con il Levante.
I pellegrini cristiani si mettono in viaggio per raggiungere  il Santo Sepolcro, come i maomettani vanno alla Mecca. Cercano almeno una volta nella vita di vedere la Città Santa.
Ma Gerusalemme cade sotto il dominio dei Turchi (1078) che vietano l’accesso ai fedeli giunti dall’Europa.
Il Pontefice, Urbano II, riunisce il concilio a Clermont, in Francia, e lì bandisce la crociata.
Contadini, servi, artigiani si mobilitano e diventano crociati. Grandi masse di umili accorrono sotto i vessilli con la croce. E’ l’aprile del 1096.
E’ un esercito di 100.000 uomini guidati da Goffredo di Buglione. Di lui parla Dante nel “Paradiso” e lo mette tra coloro che lottarono per una causa generosa. Torquato Tasso nella “Gerusalemme Liberata” dice di lui:”canto l’armi pietose e il capitano che il gran sepolcro liberò di Cristo..”.
Alla prima crociata ne seguono altre sei.
Venezia si rafforza nel Levante e l’espansione turca verso l’Europa si frena. Si mettono a confronto due culture: l’islamica e la cristiana e la cristiana ne esce arricchita.
Per la difesa del Santo Sepolcro vengono fondati alcuni ordini cavallereschi, ai quali si appoggiano i Sovrani Cristiani d’Oriente.
Dopo il Mille molte cose cambiano: in campagna i servi della gleba chiedono di essere liberi e vogliono più terre da coltivare; la città cresce e gli artigiani diventano imprenditori o industriali.
Si lavorano dodici ora la giorno ma ci sono cento feste da celebrare.
La maggior parte del potere è detenuto dalla nobiltà.
Ogni classe tende a organizzarsi in corporazioni. Il Comune è una nuova forma di governo, libera e repubblicana: è un vero Stato sovrano: ha un parlamento, fa leggi, un consiglio maggiore che viene convocato col suono della campana e tratta le questioni più importanti.
All’inizio le cariche più importanti sono affidate a due consoli, eletti tra i cittadini più rappresentativi; poi vengono sostituiti con un podesta’, che offre maggiori garanzie di imparziatà: viene da fuori e ha un mandato abbastanza breve.
Ogni città ha tre piazze: quella della cattedrale, quella dove sorge il Municipio e quella del mercato.
     Le strade hanno nomi che rivelano le principali attività degli abitanti: via degli orefici, piazza argentaria(largo Argentina). Nascono le banche e le assicurazioni, si inventano le cambiali e la partita doppia.

1022 - Orvinio viene chiamato Malasorte o Malamorte(1022- 1062)

1062 -Orvinio viene chiamato Canemorto

1182 -il 26 settembre  nasce Francesco di Pietro di Bernardone, il poverello di Assisi.
      E’ l’epoca anche dei viaggiatori che, per i loro commerci, affrontano itinerari sconosciuti e scoprono paesi nuovi. Forse il più grande di tutti è un giovane veneziano di 17 anni, Marco Polo, figlio di Niccolò, mercante in pietre preziose.
     Poi è la volta  dei Normanni  (abitanti del Nord) che dalla Scandinavia sbarcano sulle spiagge francesi della Manica , si impadroniscono di quella terra che si chiamerà Normandia e arrivano nell’Italia Meridionale. Guidati da Roberto il Guiscardo sconfiggono papa Leone IX che si era alleato con i Bizantini. Il regno dei Normanni passa, poi, con gran parte dell’Italia a Federico di Svevia, nipote di Federico Barbarossa
     Agli inizi del Trecento il Comune va in crisi. I ricchi  non intendono cedere i loro privilegi e il popolo che ha ben pochi diritti cerca di farsi avanti per ottenere giustizia.
     Sorgono le fazioni che se le danno senza riguardi e non serve cercare uno di fuori per la carica di podestà perché il capitano non lo lascia fare e lo controlla.
     La borghesia non è in gradi di controllare tale situazione.
    Così si fa avanti e si impone la figura del “signore”, che quasi  sempre è un personaggio dotato di mille risorse nell’immaginare programmi e nel farli rispettare; Cane, che i sudditi appellarono Grande, della famiglia degli Scaligeri, è descritto come un condensato di tutte le virtù: “Intelligenza fine e acuta, schiettezza, lealtà, coraggio, audacia”.
     Quando muore, a trentotto anni, oltre a Verona, che è la sua base, comanda a Vicenza, a Padova, a Treviso e a Cividale.
     Il signore si pone al di sopra di tutti, deciso a far osservare le leggi e ad imporre ad ognuno i suoi doveri: mette fine ai contrasti tra i cittadini e obbliga a pagare le tasse a seconda dei redditi; si crea infatti in questi tempi l’Estimo, un Ufficio per valutare i beni mobili e immobili.
     Formalmente le vecchie istituzioni vengono rispettate, le assemblee popolari, i consigli funzionano, anche se il regime è dittatoriale: conta solo lui, il capo, a cui tocca l’ultima parola quando c’è da decidere.
     E diventa principe e trasmette titolo e prerogative ai suoi successori. Per garantirsi appoggi e sicurezza, chiede protezione all’imperatore o al papa.
     Questo sire  ha però la tendenza a inguaiare i propri sudditi perché essendo bramoso di nuovi domini va all’assalto di altre città. Eppure in quegli anni la vita è assai piacevole: le strade ben selciate, le donne portano biancheria finissima e gioielli, si vendono cosmetici. Gli Italiani sono i più puliti d’Europa.. Ma nei piccoli centri la gente, dedita principalmente all’agricoltura,  è poco portata alle novità e alle avventure e  nelle città gli studenti non sopportano alcuna prepotenza né i vincoli imposte dalle signorie.

1011 – la pertinenza di Petra Demone è attestata tra i confini di una terra in località Piccarella e l’incastellamento de sito. Prima del castello esisteva in quel luogo un monastero di S. Maria nel quale prese l’abito  monacale S. Domenico di Sora

1083 – Il conte  Tedino, insieme con la madre Zita e la moglie Gaita, dona a Farfa il Castello di Petra Demone, nome derivante da una pietra rossa usata per culti pagani. Questo maniero viene distrutto in epoca medievale.

1084 – Il conte Erbeo figlio di Todino Conte fa dono a Farfa delle pertinenze poste nel castello di Petra Demone.

1100 – la chiesa – santuario della Madonna di Vallebuona viene fondata nel XII sec., nei pressi vi sono i resti del borgo medievale e del castello, che appariva già in documenti del XII secolo e che cambiò padrone tantissime volte, includendo il casato dei Mareri, Federico II, Carlo D'Angiò, i Boccamazza , fino a far parte del territorio di Canemorto.

1219 -  avviene il restauro di santa Maria del Piano

1273 - Lo statuto di Vicovaro  del 1273  nasce da un accordo  tra i signori del feudo e gli uomini dela Comunità e contiene i privilegi  e gli obblighi pattuiti tra Francesco, Giacomo Napoleone, Matteo di Orso Orsini e l’università degli uomini di Vicovaro..
Al suono delle campane e al richiamo del banditore, il 29 ottobre del 1273 si radunavano nella corte del castello tutti gli uomini della terra di Vicovaro dove, accanto agli Orsini erano presenti Giacomo, vescovo di Tivoli, Buonconte, signore del castello di Canemorto ed altre personalità.
Dai 41  capitoli dello Statuto appare chiaro che l’amministrazione del feudo spettasse alla curia (Orsini). Sui massari, dai quali dipendevano i vassalli, gravava il compito di esigere i diritti della curia. Veniva stabilito che in caso di guerra i vassalli dovevano seguire  il proprio signore, a costruire opere di difesa. Venivano fissati i compensi per le prestazioni d’opera dei muratori, falegnami, calderari ecc..
Una integrazione allo statuto disponeva di punire i bestemmiatori con 50 soldi per chi bestemmia Dio e la Vergine Maria,; 15 soldi per gli altri Santi o Sante.; condannare chi lavorava la domenica e giurava nei giorni festivi con pene diverse a seconda se i reati venivano commessi di giorno o di notte..
Chi ruba frumento o paga o gli viene tagliata una mano; chi ruba cavallo o altro animale della stessa taglia o paga o gli viene cavato un occhio; per bestia minuta o paga o gli viene tagliata un’orecchia. Se alcuno entrerà in vigna  di altri e raccoglierà più di tre raspi debbe essere posto  e litigato in catena in piazza per tre ore; la moglie adultera perdeva la dote; le violenze sessuali erano punite con il taglio del piede;; se un figlio commette reato sia imprigionato per il tempo che crederà opportuno il padre.

1318 – Gli abitanti del Castello di Pietra Demone fondano il libero comune sotto la protezione della comunità farfense.

1338 – L’Abbate farfense Giacomo IV nomina vicari di Pietra Demone i nobili Stefano Colonna e Rainaldo Orsini.

1382 – Il paese risulta venduto alla famiglia Colonna

      Nel XIV e XV secolo le classi che hanno costituito la forza politica dei Comuni perdono ascendente  e si dedicano con profitto agli affari; scade la loro influenza e conta di più la moltitudine che si sente finalmente difesa dai soprusi.
      Ha origine in quest’epoca lo stato moderno. E’ l’epoca di Donatello, Brunelleschi, Giotto, dei Guelfi e dei Ghibellini.
     Poi  è l’epoca della scoperta dell’America (1492). Si formano gli imperi coloniali: la Spagna conquista tutta l’America Latina, tranne il Brasile che se lo prende il Portogallo; al nord,  i Francesi e gli Inglesi piantano la loro bandiera su vasti territori, l’Olanda si sistema nelle regioni indiane. Di conseguenza decade la potenza politica dell’Italia che , divisa, non regge alla concorrenza e conta sempre di meno.

1419 – Nei documenti del 1419 il territorio di Pietra Demone è definito disabitato.

1448 –Il castello di Pietra Demone viene definito come “distrutto”.

1494 - Gli Italiani aprono le porte agli stranieri: è la volta di Carlo VIII di Francia.

1498 – Savonarola parla troppo: finisce sul rogo

1499 – Adesso è Luigi XII di Francia che scende in Italia e conquista Napoli e Milano.

1500 – La chiesa di S. Maria di Vallebuona ( chiesa  guasta in un castello disfatto) viene  rifatta dagli uomini di Canemorto, in seguito a una serie di miracoli legati a una sua immagine. Il Piazza conferma che è oggetto di grande devozione e che vi si trova annesso un dormitorio.

1513 - Canemorto non è ancora comunità ma semplice Villa (Castello con sottostante nucleo di case). Esisteva il Castello di Vallebona al pari di quelli di Petescia, Montorio e Pozzaglia. L’esodo degli abitanti di Vallebona viene effettuato tra il 1513 e il 1600. Infatti la casa dove nacque Vincenzo Manenti è compresa nel gruppo di case fabbricate in Orvinio dagli ex abitanti di Vallebona. In questo periodo nasce il nuovo nucleo di Orvinio comprendente via Segni da Porta dell’Arco a Porta Romana, via del Giardino dal portone n.14 fino a Piazza Vittorio Emauele III, corso Vincenzo Manenti da via Ripetta a Porta Romana, le due porte suddette e il Borgo compreso tra le salite del Borgo e via Nuova ora Cesare Battisti.

1517 – In Germania c’è Lutero con le sue proteste


1517 – Giordano Orsini d’Aragona concede a Giordano de Cola di Basilio Basilici da Canemorto con un provvedimento del 1517, privilegi per se e per i suoi figli per gli innumerevoli servigi resi alla casata  da lui, suo padre, dai suoi antenati e da tutta la sua famiglia

1536 – viene consacrata la chiesa di S.Nicola  di Bari di Canemorto (31 marzo)  


1530 – Carlo V scende anche lui in Italia dove viene incoronato imperatore e re d’Italia.

1545-1563 – Il lungo Concilio di Trento combatte i Protestanti.

1556 – Carlo V va in convento.

1558 – Canemorto passa dalle dipendenze degli Orsini a quella dei Tuttavilla

1571 – A Lepanto Cristiani e Turchi si combattono. Vincono i primi. Da allora ogni giorno il  mezzogiorno viene salutato con lo sparo di un cannone sul Gianicolo.

1573 – Canemorto passa dalle dipendenze dei Tuttavilla a quella dei Muti

1582 – Nasce il Convento della chiesa di Santa Maria di Raccomandati

1583 - Il tribunale di Canemorto era dei duchi Muti

1585 – Il 25 giugno  nasce la Confraternita del Santissimo Sacramento. Inizialmente la stessa era aggregata all'omonima compagnia della Minerva di Roma e vanta circa cento iscritti. Attualmente è composta da circa settanta confratelli e la propria divisa consiste in un camice di colore bianco, legato per la cinta da un cordone rosso e bianco, sovrastato da un ampio colletto rosso e riportante sul lato sinistro il proprio stemma. La sede è situata presso la Chiesa Parrocchiale di Orvinio "San Nicola di Bari". È comunemente detta dei "Càmici d'Abballe". Da circa un decennio la Confraternita è validamente supportata anche da un gruppo di "consorelle" che, nonostante in numero notevolmente minore rispetto ai confratelli, si occupano dell'ordinaria manutenzione dei beni della Confraternita, partecipano attivamente, indossando un foulard di color celeste, alle cerimonie religiose con canti e preghiere ed  aveva un reddito annuo di 50 scudi.

1600. Nasce a Canemorto Vincenzo Manenti


1605 – Sulpizio Basilici figlio di Ovidio Basilici  sposa Bernardina Cervelli figlia di NicolAngelo. Tra i testimoni alle nozze Ascanio Manenti . Lo stesso giorno si sposa anche Caterina la figlia di Ovidio con Domenico Cervelli, figlio anch’esso di NicolAngelo. Fratello e sorella Basilici con sorella e fratello Cervelli. Sia la famiglia Basilici che la famiglia Cervelli hanno la propria cappella nella chiesa di Santa Maria dei Raccomandati. NicolAngelo (Nicola Angelo o Colagnolo) ha uno stemma che ancora oggi si trova sopra la casa di famiglia in corso Manenti  di fronte all’attuale ristorante da Emma.

1614 – Viene sconsacrata la Chiesa di San Giacomo

1624 -  Pozzaglia chiamata Puzzaglia, Putalea nelle scritture in latino, per via del suo territorio ricco di pozzi d’acqua, aveva un rapporto di odio e amore con Canemorto. Dopo quattro secoli è ancora così. Tanto per dirne una c’è una controversia infinita tra i due paesi circa il possesso di S. Maria del Piano che si trova esattamente a metà strada. Di qualcuna di queste controversie abbiamo notizia. In una riunione del 20 luglio 1624, ad esempio, il dott. Andrea Basilici, che fa parte del Consiglio della Comunità di Canemorto con il ruolo di Priore, investe l’Assemblea di un problema legale. Pare che l’avvocato scelto per patrocinare la sua causa contro “quilli di Puzzaglia” non fosse all’altezza e così fa pressioni al Consiglio per sostituirlo.

1625 - Il tribunale di Canemorto era dei Borghese, duchi di Canemorto.

1633 – I Muti cedono il ducato di Vallemuzia tramutato in quello di Canemorto ai Borghese, ottengo in cambio il ducato di Rignano.


1638 - La campana piccola di S.Nicola  fusa, forse proviene dalla vecchia chiesa

1643 – ricostruzione della chiesa di Vallebona; l’esodo sarebbe avvenuto prima di tale data. Nell’interno della chiesa si possono ammirare vari dipinti e affreschi di Vincenzo Manenti.


1647 – Un po di caos a Napoli: c’è di mezzo Masaniello.
Vediamo ciò che accade, nel frattempo,  in luoghi più vicini a noi.
Lo Stato Pontificio altro non è che un  insieme di stati mancanti di un ossatura politica e economica, caratterizzato da un grande guazzabuglio e commisura di poteri i cui organi non hanno ben delineati funzioni civili da quelle religiose.
La religione come strumento del regno ha raggiunto l’estremo culmine provocando il caos con gli abusi e le ipocrisie della monarchia assoluta di tipo elettivo che è il papato.
I signorotti delle grandi famiglie non permettono che i i loro interessi familiari scivolino nel  pur minimo rapporto di vassallaggio nei confronti della Sante Sede, sentendosi essi stessi  capi di un piccolo stato (nello Stato) sul quale esercitano la loro forza giurisdizionale basata sul possesso di una carica trattata come proprietà privata.
Caratteristica dello Stato Pontificio del XVII secolo è quella forma di nepotismo secondo il quale il Papa è circondato da una folta schiera di parenti forniti di titoli e blasoni e di cortigiani preoccupati solo di trarre il massimo beneficio da una situazione favorevole che assicuri  loro l’immunità per qualsiasi trasgressione.
E’ solo con la campagna condotta da Bonaparte come vedremo in seguito che il potere temporale del Papato subisce una forte scossa e il 15 febbraio 1798 con la nascita della Repubblica Romana, esso sarà dichiarato decaduto.
Canemorto come tutti gli altri paesi, fu essenzialmente una comunità contadina, soggetta come le altre a pagare alla S. Sede una serie infinita di tasse che non venivano imposte come tributi, bensì pretese come elemosina dalla comunità (tassa del focativo, tassa del sale, della macellazione , del garno , ecc.) sovrapponendosi alla finanza del principe locale (Borghese).
La coltivazione del terreno, partendo fin sotto le mura cittadine si estendeva a raggiera, per un’area direttamente proporzionale alle dimensioni della città,ed era intervallata da coltivazioni intensive (orti) a coltivazioni estensive (seminativi).
La terminologia in uso era:
Scudo : nome di varie monete d’oro e d’argento, originariamente recanti su una delle facce una “S” araldica.
Baiocco: monetina d’argento; in rame nel XVII sec. Quando venne svalutata e ridotta di peso,  era pari alla centesima parte di uno scudo.
Canna: antica unità di misura metrica costituita da una canna di legno leggero lunga generalmente circa tre metri.
Palmo: unità di lunghezza usata prima dell’attuale sistema metrico decimale, a Roma corrispondeva a cm.22.34.
Piede: unità di misura metrica che a Roma corrispondeva a  0,335.
Miglio: unità di misura itineraria, equivaleva a  1000 passi cioè circa 1480 m..
Libra: antica misura di peso, equivalente ad un terzo di Kg.

I capi della comunità erano i Priori , generalmente in numero di tre, che venivano eletti annualmente, e nel periodo del settecento semestralmente, dal consiglio della comunità. Il primo Priore o capo Priore corrispondeva presso a poco all’attuale Sindaco e faceva da tramite tra la comunità e il Principe. Per essere eletti Priori bisognava  possedere beni nella comunità, non aver contratto debiti e soprattutto risiedere nella Comunità stessa. Non era necessario essere persone colte, il saper leggere e scrivere era appena  richiesto al primo Priore, mentre gli altri due  - di solito analfabeti –sottoscrivevano spesso i documenti e gli atti con la croce.
Insieme ai Priori venivano eletti i consiglieri in numero di 24. Il segretario priorale si occupava degli atti amministrativi legati all’ufficio del Priore. Il Governatore pro-tempore si occupava del feudo, curando gli interessi del Principe e riscotendo ulteriori imposte sui certificati, sulle cause per controversie, sul prestito di grano, ecc. Questa terna di amministratori risiedeva nella casa Priorale dove aveva l’ufficio anche il Governatore.
Dal ‘500 al ‘700 la malaria costituiva  la piaga degli insediamenti umani. A causa di questo malanno molti insediamenti, che sorgevano nei pressi di zone umide,  si spopolarono.
Tal danno non accadeva sicuramente agli antichi che sceglievano luoghi di aree perfetti, forniti di acque e di tutto ciò che  può render la vita meno infelice, essendoché conoscevano che il soggiorno è la cosa  principale della nostra esistenza ( Marocco –Monumenti dello Stato Pontificio)
 Il medico condotto in genere curava le ferite, faceva delle piccole operazioni chirurgiche o pratica una medicina, all’epoca molto diffusa, che consisteva in salassi (applicava le sanguisughe) o in vescicanti (applicava sulla pelle delle sostanze allergiche che provocavano vesciche il cui liquido si credeva  contenesse i veleni del male) , inoltre era d’uso comune la pratica di clisteri e purghe.
Il medico chirurgo di solito era anche barbiere e a volte faceva anche il maestro di scuola

1659 -Nasce Giovanni Girolamo Frezza, incisore.

1660 – Viene eretta la Compagnia del Gonfalone e dello Spirito Santo e aggregata all’Arciconfraternita di S. Lucia in Roma. Oggi  la sede della confraternita è situata presso la Chiesa di Santa Maria dei Raccomandati, di proprietà comunale. Sembra che la denominazione "Gonfalone" sia legata proprio al legame con il Comune, ed anche il colore "blù" riprende i colori comunali di Orvinio. All'interno della chiesa sono presenti due cappelle, dedicate alle famiglie nobiliari Cervelli e Basilici: sembrerebbe che furono proprio queste due famiglie orviniesi a dare impulso alla nascita della Confraternita del Gonfalone. È aggregata alla compagnia della Misericordia di Roma, ed è composta da circa 80 confratelli, suddivisi tra praticanti e sostenitori. La divisa rispecchia quella della Confraternita del
Santissimo Sacramento; naturalmente cambiano i colori che sono il bianco ed il blù.
È denominata dei "Càmici d'Ammònte".

1674 - Muore Vincenzo Manenti.

1676 - Muore il primo sacerdote di Vallebona, certo Fabri di Canemorto

1680 – La chiesa di San Nicola di Bari prese la forma attuale dopo essere stata riedificata nel 1530.

1689 - Sisto V  toglie all'Abbazia di Farfa ogni giurisdizione su Canemorto

1709 – Nella chiesa di San Nicola di Bari viene eretto l’altare della SS. Trinità da Caterina Basilici

1716 – La chiesa di San Nicola di Bari viene accresciuta di due retrostante, di una sacrestia e di altre tre stanze sovrapposte.

1727 - Santa Maria di Vallebona fu dichiarata protettrice di  L'Aquila.

1741 - Muore Giovanni Girolamo Frezza,  incisore,  a 81 anni.

1745 – Il 31 dicembre erano riuniti nella Casa Priorale della Comunità di Canemorto :
Alesij Angelo
Alesij Bartolomeo
Alesij Belardino
Alesij Domenico
Alesij Paolo
Alesij Angelo G.Paolo
Alesij Raimondo
Amici Carlo
Amici Marco
Amici Filippo
Aniballi Giuseppe
Attilia Agostino
Attilia Giuseppe
Barnabei Giuseppe
Barnabei Domenico
Basilici Ferdinando
Bernabei Giacomo
Biscossi Simone
Cervelli Nicola
Cervelli Domenico
Croce Pietro
D’Alessandro Tomasso
D’Attilia Ascanio
Desideri Giovanni
Fabri Domenico
Fabri Santo
Fabriani Maria
Fabriani Gaetano
Fabriani Giuseppe
Fabriani Armando Maria
Filizzola Giacomo Filippo
Francorsi Nicola
Frezza Armando
Frezza Belardino
Frezza Carlo
Frezza March’Aurelio
Frezza Andrea
Gagliani Belardino
Gagliani Clemente
Gagliani Michele
Guglielmi Lorenzo
Guglielmi Lorenzo
Iannilli Marco
Inviani Belardino
Ipoliti Paolo
Lalli Paolo
Lalli Orazio
Lalli Filippo
Lalli Gio.Battista
Liberti Nicola
Liberti Giacomo
Lobenzi Gio. Battista
Mancini Bernardo
Marcangeli Paolo
Palmavi Domenico Armando
Palmerij Filippo
Pavvini Arcangelo
Pelini Giuseppe
Perrini Arcangelo
Petrocchi Armando
Petrucci Domenico
Ragazzone Domenico
Ragazzone Siergio
Ranalli Carlo
Ranalli Giacomo
Regalini Armando
Roberti Giacomo
Rossi Bartolomeo
Rossi Giuseppe
Scanzani Armando
Scanzani Francecso
Scanzani Venanzio
Scanzani Filippo
Scanzani Armando
Sebastiani Pio
Semini Viaggio
Taschetti Pietro
Taschetti Marco
Taschetti Paolo
Taschetti Vincenzo
Vagliani Benedetto
Valentini Giuseppe
Vaschetta Giacomo
Vaschetta Domenico
Zezza Vittorio

1761 - Viene collocata  la pietra IOVI in via Nuova oggi via Cesare Battisti al n.41.

La tumulazione dei morti  avveniva nei pressi della chiesa di S. Maria del Piano. Tale pratica  nel 1800 fu vietata obbligando quindi l’amministrazioene comunale a cercare un sito per il cim:itero. Così nel 1880 ogni costruzione fu abbattuta per ricavarne materiale da costruzione .
L’unico punto di approvvigionamento era la fonte posta  appena fuori dell’Arco. Essa serviva oltre che ad attingere acqua per uso domestico anche per abbeverare il bestiame. Grossi vasconi posti sul retro servivano alle donne per lavare i panni sporchi.
L’orologio originario collocato sopra l’arco è stato sostituito con quello attuale. (vedi ASR Congregazione del Buon Governo serie II)
La Comunità era proprietaria di un locale adibito ad osteria e di uno a forno. Gli esercizi venivano dati in affitto a privati per periodi triennali.
Ma torniamo a bomba.

1701-1748  Tre guerre di successione (spagnola, polacca, austriaca) sconvolgono l’Europa.

1718 – Nella chiesa di San Nicola di Bari, l’altare della Madonna del Suffragio viene eretto da Giacomo Marcangeli

1769 Nasce Napoleone Bonaparte

1789 Gli insorti a Parigi prendono la Bastiglia. E’ il 14 luglio.

1791 - Luigi XVI, che se la vede brutta, cerca di scappare. Ma a Varennes lo fermano

1792 - in Francia viene proclamata la Repubblica.

1793 - Il 21 gennaio Luigi XVI sale sul patibolo. Dice: sono innocente!

1793 - Comincia il terrore. Chi manovra tutto è Robespierre.

1794 - Rivolta dei Termidoristi. Così detti perché rovesciano Robespierre il 9 termidoro(27/7).

1795 - I realisti, cioè i nostalgici tentano un colpo di mano. Appare sulla scena un certo Napoleone Bonaparte. E’ il 13 vendemmiaio cioè il 5 ottobre.
      Quali effetti produce la Rivoluzione francese?
      Cambia prima di tutto, la struttura politica della società:c’era chi stava troppo in alto e chi troppo in basso, e la rivoluzione distrugge i privilegi di alcune classi, come il clero ricco e gli aristocratici.
     Mette un freno al potere assoluto del principe, eredità del Medioevo, fino a questo momento arbitro, nel nome di Dio, del destino di tutti.
     Mutano anche i rapporti economici: i contadini, ad esempio, avevano soltanto obblighi, come il pagamento di imposte esose e l’impegno di svolgere, senza alcun compenso, gravosi servizi.
      Si afferma la sovranità popolare, cioè il concetto di democrazia: tocca ai rappresentanti delle masse, liberamente eletti, formulare le leggi e approvarle o respingerle con i loro voti.
      I princìpi che trionfano a Parigi., dilagano nella vecchia Europa.
     Si afferma la macchina e nasce l’industria moderna. Si organizza il sistema postale, si aprono nuovi mercati.
     E’ con Napoleone che scompare  un mondo ancora legato al Feudalesimo e che si diffondono quei principi che ci  governano.
    Con la Rivoluzione si imposero alcune regole  sulle quali ancora si fonda la nostra esistenza: l’affermazione dell’inviolabilità della persona umana , il diritto di esprimere le proprie convinzioni e di pregare  secondo la propria fede, il criterio morale che stabilisce: “La legge è uguale per tutti” anche se in qualche circostanza “per qualcuno è più uguale”.
     Due ideologie danno la spinta al Risorgimento:
il Liberalismo e il Romanticismo, movimenti intellettuali che sanno ridestare i sentimenti mai spenti della nazionalità, della religione e dell’indipendenza.
     I Romantici si ribellano alle regole del Classicismo, che impongono precisi limiti stilistici, per abbandonarsi alla spontaneità, ma combattono soprattutto la tirannide e l’ingiustizia.
     Il romanzo italiano che meglio esprime  questa ribellione culturale  è “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni.
     E’ in questo momento che nascono le società segrete (Carboneria).
    Nel Piemonte di Vittorio Emanuele I è stata abolita la tortura, ma ancora si usano la ruota e le tenaglie roventi prima dell’esecuzione del condannato perché è in vigore la pena di morte.
     Il cadavere del giustiziato  viene poi fatto a pezzi. Si entra in prigione con facilità, molto difficile è uscirne.
     Il primo Ottocento non è fatto soltanto di schioppettate e sommosse. C’è anche la piccola vita quotidiana con i suoi riti, ricorrenze e semplici gioie: ecco caprai e venditori di latte a piazza di Spagna; una donna non esce sola neppure per la messa; le prostitute si chiamano “donne curiali” perché esercitano con licenza della Curia; nell’Agro Romano imperversa il brigantaggio; i nobili hanno un giorno fisso per ricevere: i Chigi il giovedì, i Borghese il venerdì……; molto diffuse sono le osterie frequentate dai popolani; popolarissimo il gioco del pallone; a scuola basta un errore in una moltiplicazione o una macchia d’inchiostro sul quaderno per far distribuire qualche nerbata.

1798 – Canemorto è incluso dapprima nel Dipartimento del Clitunno, cantone di Poggio Nativo per passare poi al Dipartimento di Roma, circondario di Rieti, come capoluogo di cantone che comprendeva anche Collalto e Percile

1807 – Viene istituita la Pia Unione di sorelle della Carità con lo scopo di accudire gli ammalati.

1816 – La chiesa di Santa Maria dei Raccomandati prima appartenuta  ai Frati Minori Conventuali passa alla Comunità il  14 maggio.

1816 – Con la restaurazione e la riforma  del 1816 viene ricostituita la baronia che durerà fino al 12 ottobre 1816, allorché il principe don Camillo Borghese rinunciò ai diritti feudali  su Orvinio.

1817 – Con il definitivo riordinamento dell’assetto territoriale della delegazione di Rieti, Orvinio entra a far parte del Distretto di Poggio Mirteto in provincia di Perugia e diviene sede di governatorato, la cui giurisdizione si estende su Petescia, Pozzaglia, con gli appodiati Montorio in Valle (prima si diceva “della Valle”, gli è stato applicato perché prospiciente l’antica valle Muzia) e Pietraforte, e Scandriglia. Il governo comprendeva anche Riofreddo, Cantalupo Bardella - oggi Mandela -, Licenza, con gli appodiati Civitella e Roccagiovine, Percile, Scarpa, Vallinfreda e Vivaro, per una popolazione complessiva di 10.776 persone.

1818 – Pio VII stabilisce di erogare le rendite della ex Abbazia di Santa Maria del Piano

1820 – Termina la sepoltura nel  cimitero  di Santa Maria dei Raccomandati sito nei pressi e attiguo al coro.

      I moti italiani trovano il loro leader nel dott. Giuseppe Mazzini, laureato in giurisprudenza, genovese; la sua rivolta inizia una domenica di aprile del 1821.
      Nel settembre del 1833 riceve la visita di un giovane marinaio: Giuseppe Garibaldi. In quel momento si decide la sorte dell’Italia.
      Le idee liberali fanno strada e i sovrani vengono a patti coi loro sudditi: Ferdinando II di Borbone cede per primo.
      Un giovane poeta Goffredo Mameli compone un Inno destinato a rimanere nel tempo “Fratelli d’Italia”. La musica è del maestro Michele Novaro.

1836 – il 24 settembre avviene la visita pastorale del  Vescovo di Sabina Mons. Canali Francesco, che viene accolto dal parroco don Giuseppe Giammattei. Prende alloggio presso l’avvocato Gregorio Morelli

1840 – Fino al 31 dicembre Canemorto  è stato alle dipendenze della Curia Vescovile di Sabina.

1841 – Dal 1 gennaio Canemorto è alle dipendenze del Vescovo di Tivoli

1842 – A ottobre viene inaugurata la chiesa di San Nicolò in corso Vanenti, su una precedente del XVI secolo

1848 –  Il 23 marzo in Italia succede un “48”. Carlo Alberto entra in campo contro l’Austria sventolando per la prima volta il tricolore con lo scudo di Savoia. Un disastro.

1849 – Gli abitanti di Pozzaglia rubano il quadro della Madonna di S. Maria e gli Orviniesi di Canemorto si appropriano della campana di S. Maria

1849 – Garibaldi dimora a Canemorto alloggia nella casa  in Piazza Garibaldi n.1 di proprietà della famiglia Morelli e precisamente nella stanza al secondo piano avente la finestra in prossimità dell’angolo con la salita del Borgo ed in asse con via Roma e la porta della chiesa di S.Giacomo.

1855 – causa colera viene fatto il seppellimento nella chiesa di S. Maria

1860 – le carceri sono in via del Giardino annesso al Castello. Orvinio passa dallo Stato Pontificio al Regno d’Italia.

1860 - Dopo l'annessione al Regno d'Italia, avvenuta nel 1860, Canemorto viene compreso nella provincia di Perugia alla quale rimane fino al 1923, anno in cui passò alla provincia di Roma, fino alla successiva annessione alla neo-istituita provincia di Rieti, verificatasi nel 1927.

1861 – Orvinio conta 1585 abitanti

1860 – Il 5 maggio mille uomini, con Garibaldi conquistano mezza Italia.
“Fatta l’Italia bisogna fare gli Italiani”
      C’è differenza fra Nord e Sud e diverse sono le condizioni sociali, economiche, sanitarie e culturali delle varie zone del paese. L’agricoltura è arretrata, l’industria quasi sconosciuta, le comunicazioni difficili al centro e nel meridione. 80 cittadini su 100 sono analfabeti.  L’obbligo del servizio militare sottrae braccia alle campagne. Ognuno continua a parlare il suo dialetto e non ci si capisce. Nasce la camorra e  la mafia. Nasce anche il brigantaggio.

1861- Diventiamo un Regno Unito.

1863 – Viene ripristinato il nome di Orvinio al posto di Canemorto (con Delibera Comunale del 29.11.1863 – Reggio Decreto 29 marzo 1863.

1864 – Orvinio è sotto la Diocesi  e il Distretto di Rieti, capoluogo del Governo e conta ben 9548 anime . Vi sono alcune botteghe di tessuti, caffè, osterie, sali e tabacchi, ferri lavorati. Ci sono tre procuratori, un notaio, un medico condotto e la farmacia della famiglia De Angelis, negozi di cereali, tre ebanisti, sarti, un caldararo, calzolai, barbieri, sei matarassai, sette muratori, torchi da vino e la mola a grano della famiglia Filonardi. Il solo comune di Orvinio conta 1618 anime poste tutte all’interno del paese sotto l’unica parrocchia di San Nicola di Bari, riuniti in 306 famiglie entro 320 case.

1869 – S. Maria del Piano viene acquistata dal Comune di Orvinio al Demanio.

1870- I bersaglieri entrano in Porta Pia a Roma, che diventa Capitale.

1870 – autorizzazione prefettizia per il seppellimento nella chiesa di S. Maria.

1871 – Orvinio conta 1582 abitanti

1872 – Caduta di meteoriti “Orvinite”

1875 – E’ stata officiata la Chiesa di S. Giovanni, in essa vi si recano processionalmente gli Orviniesi per raggiungere Vallebona e le meteoriti vengono portate in un museo a Roma.

1876 – Nasce a Orvinio , da genitori veneziani, lo scrittore Virgilio Brocchi. Nei suoi numerosi romanzi e racconti, i più raggruppati in cicli, un socialismo idealeggiante, un po’ alla De Amicis, tempera di ottimismo e di languidezze sentimentali l’originaria cupezza degli schemi naturalistici. E’ narratore piano, di facile comunicativa. Opere principali : L’isola sonante, 1911; Mitì, 1917; Il posto nel mondo, 1920, ecc..

1881 – Orvinio conta 1607 abitanti

1884 – Viene deposta la lapide  a ricordo di Garibaldi.

1885 – Viene stipulato il contratto di appalto per la costruzione del camposanto S. Maria (delle Fargne) e vengono introdotte a Orvinio le “palombelle” (colombi)

1886 – Nasce Amaranto Fabriani. Il 28  settembre.

1888- Cominciamo a diventare colonialisti. Ci installiamo in Eritrea e in Somalia.

1895-  Guglielmo Marconi inventa il telegrafo senza fili. Nasce la radio.

1895- Per iniziativa di un ufficiale di cavalleria Giovanni Agnelli sorge  la Fabbrica Italiana Automobili Torino (FIAT).
     La chiameranno la “belle epoque”, ma non è una stagione del tutto felice.
Milioni di Italiani, a causa della crisi dell’agricoltura e del progresso scientifico, che rendono superflua molta mano d’opera, sono costretti a partire per gli Stati Uniti, il Brasile, l’Argentina, l’America Centrale, in cerca di un lavoro.
     Alcuni faranno fortuna, molti altri no.

1898 – La vecchia campana di Vallebona viene fatta precipitare dal campanile e battezzata la nuova campana.

1900 – Festeggiamento del terzo centenario di Manenti  rinviato per uccisione di Umberto I di Savoia.

1901 – Orvinio conta  1687 abitanti

1904 – Festeggiamento del terzo centenario di Manenti

1905 – Il 13 maggio muore Alessandro Fabriani, padre di Amaranto e il 11 agosto muore Angelina Clavelli, la madre.

1906 -  viene inaugurato il camposanto delle Petriane; finora i morti venivano seppelliti nella chiesa di S. Maria per impraticabilità del camposanto delle Fargne.

1911- Conquistiamo la Libia

1914 – Viene inaugurato l’impianto della luce elettrica in sostituzione dei lumi a petrolio e viene sistemato un orologio a doppio quadrante di vetro sopra la Porta Romana

1914- Il 28 giugno a Serajevo uno studente bosniaco uccide Francesco Ferdinando, arciduca d’Austria e il mondo si divide in due. Da una parte l’impero Austro Ungarico e la Germania. Dall’altra Russia e Inghilterra. Scoppia la guerra.


1915- Il 24 maggio l’Italia che ha abbandonato la triplice alleanza con l’Austria e la Germania, ha sottoscritto il patto di Londra e entra nella Grande Guerra.

1916 – Il ceppo del campanone della chiesa di S.Nicola viene rifatto dal falegname Mario Scanzani.

1917- Il 1° febbraio la Germania avverte gli stati neutrali che i suoi sottomarini affonderanno tutte le navi che si trovano sulle rotte di guerra senza tener conto della nazionalità. Gli Stati Uniti intervengono.

1918- Il 4 novembre  vinciamo ma abbiamo rischiato molto.
E arriva l’epoca dei dittatori, tutti e tre prodotti della guerra: Stalin, Hitler e Mussolini

1921 – Orvinio conta 1750 abitanti

1922- I fascisti marciano su Roma. Mussolini inizia la sua carriera.

1922 – A Orvinio viene rifatto il soffitto della chiesa di S. Nicola e  lungo la strada comunale che collega Pozzaglia ad Orvinio viene scavato un fossato: a circa un metro di profondità, all’interno di un recipiente fittile andato completamente distrutto, sono rinvenute un certo numero di monete, che in numero complessivo di 29, sono vendute al museo nazionale romano tra il 1922 ed il 1924. La data di occultamento del tesoretto è in parte controversa; secondo le ipotesi più accreditate l’emissione più recente sarebbe quella della serie librale datata al 225 a.C., termine probabile dell’occultamento.
L’importante ritrovamento ci consente di ipotizzare che, in questi luoghi, fossero presenti degli insediamenti abitati anche in epoca piuttosto remota.
Grotta Pila è una cavità naturale lunga circa 40 metri, sul Monte Frainili, nel territorio di Pozzaglia. Sono visibili concrezioni dovute allo stillicidio delle acque sotterranee. Gli oggetti in essa rinvenuti, vasi e sepolture, vengono datati tra il neolitico e l’età del rame.

1923 –Orvinio passa dalla provincia di Perugia in Umbria alla provincia di Roma nel Lazio

1924 – Viene rifatto il ceppo della campana media della chiesa di S. Nicola

1926 – Il 25 dicembre nasce a Orvinio Natale (Natalino) Forte apprezzato dirigente del Ministero delle Finanze prima e scrittore e poeta poi, ha scritto e pubblicato tre libri in cui cerca di far rivivere, con successo, aneddoti, modi di dire e poesie interamente scritte o tradotte in dialetto orviniese.
Addó só natu (2005)
Trilussa in dialetto orviniese (2009)
L'Inferno dantesco. 15 Canti tradotti in dialetto orviniese (2011)

1927 – A seguito di riordino delle Circoscrizioni Provinciali stabilito dal regio decreto n.1 del 2 gennaio 1927, per volontà del governo fascista, quando viene istituita la provincia di Rieti, Orvinio passa da quella di Roma a quella di Rieti

1928 – E’ stato composto l’inno a Orvinio di  Amaranto Fabriani .

1930 . Il paese diviene residenza abituale dei marchesi Berlingeri

1931 – Orvinio conta 1529 abitanti

1935- Guerra all’Etiopia. Ci facciamo l’Impero.

1935 – Una via di Roma viene chiamata via Orvinio e a Orvinio , sotto don Salvatore sono iniziati i restauri dei cinque altari di San Nicola di Bari, durati fino al 1939.

1936 – Orvinio conta 1405 abitanti

1939- Il 1° settembre Hitler scatena il più grande conflitto della soria. Inizia la seconda catastrofe, la Germania invade la Polonia. In tre settimane vengono assassinati 200.000 ebrei. Il 3 settembre Inghilterra e Francia entrano nel conflitto. Scatta l’offensiva contro la Francia. In Italia  mentre si provano le sirene d’allarme e nasce il mercato nero, nel teatro si impongono Totò e Anna Magnani.

1939 – Viene tolta la cancellata di ferro di piazza Garibaldi per essere donata alla Patria e ultimato il libro di Orvinio di Amaranto Fabriani

1940- Il 10 giugno Mussolini entra in guerra, l’Italia dichiara guerra a Francia e Inghilterra 

1941 – I due timpani di bronzo dell’orologio di Porta Romana vengono donati alla Patria.

1942 – Muore Filippo Cremonesi.

1943- L’8 settembre c’è l’armistizio in Italia. Ma i nostri guai non sono finiti
Il 2 settembre 1945 finisce la guerra . E’ la pace in tutto il mondo. Si fa per dire. Vittorio Emanuele III fa arrestare Mussolina.


1943 – Il castello di Orvinio passa ai Malvezzi e Orvinio viene occupato dai tedeschi a fine settembre da circa 60 uomini tra graduati e truppa

1944 – I tedeschi abbandonano Orvinio Incalzati dalle truppe italiane ed alleate gli ultimi soldati tedeschi abbandonano Orvinio alle ore cinque di sabato 17 giugno1944 dirigendosi verso Rieti dopo aver fatti saltare con la dinamite, alle ore tre il ponticello o chiavicotto detto dello sprofondo o del bottino ed alle ore cinque della stessa mattina il ponte grande in località Grugnaleta (detto Ponte di Orsi – nome del costruttore) prospiciente il Santuario della Madonna SS.ma di Vallebona

1945 – Sollevazione dei patrioti diretti da Cadorna

1946- Il 2 giugno diventiamo una Repubblica

1948 – La cancellata della fontana veniva ricollocata al suo posto dopo aver giaciuto nelle fontane

1949 – Viene ricollocata  sulla torretta della chiesa dei Raccomandati la campana di bronzo. Vengono rimosse le salme dalla chiesa di S. Maria al cimitero delle Petriane.

1951 – Vengono coniate le medaglie in onore della Madonna di Vallebona. Viene tagliata la montagna delle Canapine per allargare la strada. Sono stati avulsi dal Mandamento di Orvinio le frazioni di Collalto, Collegiove, Marcetelli  mentre esisteva il castello di Vallebona, pertanto l’esodo sarebbe avvenuto dopo tale data .

1951 – Orvinio conta 1194 abitanti

1961 – Orvinio conta  880 abitanti

1953 -Il 17 marzo 1953 riunione nel palazzo comunale di Orvinio dei rappresentanti della sovrintendenza, dell’Intendenza di Finanza di Rieti e del sindaco di Orvinio, professore Goffredo Liguori per concordare la cessione gratuita di tutto il complesso di S.Maria del Piano, dal Comune di Orvinio verso lo Stato Italiano, giusta Deliberazione n.4 del 30 aprile 1953 del Consiglio Comunale di Orvinio, debitamente approvata dalla Autorità Tutoria; in detta Deliberazione il Comune di Orvinio ha posto a suo carico le spese di registrazione dell’atto di cessione

1971 – Orvinio conta 633 abitanti

1981 – Orvinio conta 424 abitanti

1991 – Orvinio conta 456 abitanti

2001 – Orvinio conta 427 abitanti

2002 – L’amministrazione di Orvinio diviene proprietaria dopo circa trecento anni della Chiesa di San Giacomo Apostolo, progettata da G. Lorenzo Bernini. Questo risultato si deve, all’intervento di Lionello Tani e della famiglia dei Velini di Arsoli (Rm) che hanno fatto atto di donazione al Comune. Gli interventi di restauro, curati dalla Soprintendenza, hanno consentiti di utilizzare la chiesa sconsacrata da tempo, quale sede di convegni, concerti e altre attività culturali.

2011 – Orvinio conta 448 abitanti

2004 – fino al 2009 il sindaco di Orvinio è Rino Fusi

2009 – Diviene sindaco Alfredo Simeoni

2013 – Orvinio conta 436 abitanti, di cui  234 maschi e 202 femmine

2014 – Il 17 gennaio viene costituito da Pietro Attilia di Canemorto il  Somary Club Orvinio Top Ten.

2014 – l’8 novembre viene donata la pala della copia di San Matteo e l’Angelo di Caravaggio alla chiesa di San Nicola di Bari, grazie all’interessamento di  Gianni Forte e Pietro Attilia.