15 novembre 2005

Inaugurazione della Chiesa Abbaziale di S. Nicola di Bari

Canemorto, 20 ottobre 1842

Canemorto che sul principio del secolo IX fu il teatro della rotta data dalle armi di Carlo Magno a’ Saraceni, dalla strage de’ quali prese il nome di Canimorti, ora Canemorto, deponendo quell’antico d’Orvinio, che fa patria al celebre pittore Vincenzo Cav. Manenti, al ch. Avv. Concistoriale Domenico Morelli, ed al Vescovo di Sutri e Nepi Monsig. Anselmo Basilici (1), e a tanti altri benemeriti e delle belle arti e delle scienze, fu nei giorni 18 e 19 corrente lietissimo per la inaugurazione della nuova Chiesa Abbaziale e Parrocchiale sotto il titolo di S. Nicola di Bari.
Con Breve Apostolico dei 7 maggio 1818 Pio Papa VII all’Emo Vescovo di Sabina pro tempore, alla cui diocesi ha fino a tutto il 1841 appartenuto a Canemorto concesse le facoltà di poter erogare dell’Abbazia eretta in Commenda nella Chiesa di S. Maria del Piano (vasto tempio edificato per ordine di Carlo Magno nel 817 di qua dal rivo che divide dagli altri il nostro territorio lungi un miglio dall’abitato verso l’Oriente) quelle rendite, che esatte si fossero per 15 anni dopo la morte dell’Abate Commendatario ultimo di lei possessore Ecc.mo sig. Caffarelli Canonico Lateranense, alla costruzione di una nuova Chiesa Parrocchiale unita perpetuamente a quella Abbaziale di S. Maria del Piano essendo l’antica Parrocchia divenuta per la seconda volta angusta a questa popolazione, che lo Dio merci per la salubrità dell’aria va sempre aumentando il numero de’ suoi individui.
La discordia de’ pareri sul luogo di costruzione avea differita l’esecuzione di tal Breve fino al 1835, quando il fu Em.o Carlo Odescalchi di gloriosa memoria ne commise l’incarico a Monsig. Francesco de’ Marchesi Canali suo suffrageneo, ed ora degnissimo Vescovo di Pesaro, ed allora fu che questi divisò edificarla ampliando l’area dell’antica Chiesa eguagliata al suolo.
Talché dopo 5 anni si vide sorgere il nuovo edificio in forma ottagonale con cinque Cappelle e bel sotterraneo.
Rimasta però la perfezione del nuovo Tempio nel suo corredo sul più bello sospesa per la vacanza della Sede Vescovile per morte dell’Em.o Gamberoni, sopravvenne l’impegno del vigilantissimo Monsig. Carlo Gigli, Vescovo di Tivoli, al cui governo spirituale venivano destinati dalla SANTITA’ DI NOSTRO SIGNORE PAPA GREGORIO XVI, felicemente regnante con Bolla Apostolica dei 25 dicembre 1841. Ed è perciò che per cura di Lui, ora fra noi in occasione della sua prima visita Pastorale, si è potuta nel giorno 18 corrente, sacro ai dolori di Maria SS.ma, officiar la nuova Chiesa premettendo la solenne Benedizione fatta della medesima dal nostro Vicario perpetuo Parrocchiale Sig. Arciprete D. Gio. Antonelli Romano a tal uopo deputato, e contandovisi quindi dal medesimo la solenne Messa della ricorrente festività con l’assistenza ed intervento di questo Collegio de’ Cappellani, e di altri Sacerdoti Religiosi inviati, e con l’accompagno della bella musica ma devotamente concertata da questa antica Filarmonica Società.
Verso la sera poi del dì seguente il nostro Monsig. Vescovo dalla sua residenza alla Chiesa di S. Maria de’ Raccomandati già dei Religiosi Conventuali finora officiata per mancanza della Parrocchiale, accompagnato e dal Clero, che si era mosso ad incontrarlo, e dalla civica banda militare, volle di sua mano fare il trasporto dell’Augustissimo Sacramento alla nuova Chiesa, premettendo un analogo e commovente ragionamento con quella facondia propria del suo zelo Apostolico, intanto che si allestivano le due numerose Confraternite e del Gonfalone ivi eretta, e del SS.mo Sacramento unita alla Parrocchia.
Terminato il discorso, e vestito il lodato Prelato de’ Sacri paramenti fu esposto il SS.mo Sacramento, ed intonati i sacri Inni secondo il Rituale romano, si mosse la processione che riuscì veramente divota.
Precedevano le due Confraternite in bell’ordine disposte e decorate di magnifici attrezzi e copiose torce, seguiva il Clero divenuto in tal circostanza più numeroso, ed infine portavasi l’Augustissimo Sacramento dall’Ill.mo Monsig. Vescovo assistito dai Ministri nelle persone dei due Canonici Con visitatori e suo seguito, sostenendo le aste del baldacchino scelti individui delle rispettive Confraternite ed attorniato dalle torce che si recavano dai primarj di questo luogo in abito nero vestiti, e similmente due ragguardevoli persone forestiere che vollero prestare un si religioso Ufficio, mentre gli individui di questa brigata de’ Bersaglieri facevano ala e frenavano la calca del numeroso popolo che seguiva.
Le abitazioni sulla strada quasi tutta retta che percorre la processione, erano decentemente ornate di copiosi lumi e fanali, ch’essendo sull’imbrunire della sera, e quieto il vento in quell’ora, rendevano veramente bella la prospettiva.
I canti, alternati dai concerti della civica banda militare, fra il suono delle campane d’ambedue le Chiese e fra il rimbombo de’ mortari, resero la funzione commovente e religiosissima.
Giunti alla nuova Chiesa dopo aver cantato l’Inno di rendimento di grazie e le consuete preci, fu data la trina Benedizione al Popolo col SS.mo Sacramento dal lodato Prelato, che spogliato quindi de’ paramenti sacri si restituì, accompagnato dal Clero e dai privati con torce, alla sua residenza, precedendo la civica banda militare co’ suoi concerti.
La sera poi fu elevato un magnifico globo aerostatico sulla piazza del Palazzo Morelli, presso cui risiedeva l’Ill.mo e R,mo Monsig. Vescovo fra le salve de’ mortari, mentre veniva illuminato da fanali un maestoso arco di trionfo ivi erettogli dal Comune.
Speriamo che un tal avvenimento, il quale formerà epoca ne’ nostri patri annali si pel nuovo vescovo come pel nuovo Tempio, possa esser principio si felici successi, che senza dubbio ci promettiamo dallo zelo veramente pastorale del nostro amatissimo Prelato.

1 Comments:

At 8:08 PM, Anonymous Anonimo said...

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