27 luglio 2007

Luigini Domenico: Orvinium

Memorie storiche della Regione Equicola ora Cicolano – Vol. I

Pag.26…………..Senza tener conto di quelle la cui postura è stata riconosciuta dalla maggior parte dei topografi nella Valle del Salto, quali Clisternia, Vesbola, Suna, Nerse, Orvino e Tiora, erano città Equicole.


Pag. 47 Orvinio

Apprendiamo da Dionisio di Alicarnasso che alla distanza di 40 stadi (Km.7,390 circa) da Nerse, s’incontrasse un’altra città dal nome di Orvinio (Dionisio di Alicarnasso Lib.I,14).
Egli la loda e per la sua nobiltà e per la sua ampiezza, in quanto che si osservano ancora i fondamenti delle sue mura, i sepolcri di antiche costruzioni con i loro recinti sulle alture, e un antico tempio di Minerva nella sua Rocca.
Ora la sede di questa città, tenuto conto speciale della corrispondente distanza indicata dallo storico di Alicarnasso, deve riconoscersi nel Corvaro o sue adiacenze, perché quivi appunto si osservano avanzi di mura pelasgiche, di superbi acquedotti, di sepolcreti e di altre antichità.
Anche il Martelli (Le antichità dei Sicoli, Tom.I, cap.VII p.61) la riconobbe nel luogo indicato. Ma questi, per quel che io mi sappia giudicare, si allontana molto dal vero quando asserisce che Orvinio, o Corvinio, come egli dice, fosse la stessa Corbione, come Vitellia, esistevano indubitatamente presso Algido, sia per testimonianza di Dionisio (AλΥfoov X,647; XI,887,705,ΒώΖ2 VIII 493 e seg ΚΟρβω X 651,652,657) come pure dello stesso T. Livio; anzi questi la pone in vicinanza anche di Muscolo, come si rileva dal racconto che egli fa delle guerre avvenute tra gli Equi ed i Romani negli anni 299, 305, 323 e 337.
Apprendiamo inoltre dai due ricordati storici che gli Equi nelle loro guerre contro i Romani che gli osteggiavano dalla frontiera Tusculana, per consueto ponevano i loro accampamenti nel gruppo Algidense, e le loro città Corbione e Bola, esistenti, venivan prese e riprese ora dagli uni ora dagli altri.
Ma una prova ben luminosa, che conferma la nostra opinione, si ha nel racconto che lo stesso Tito Livio ci fa della guerra combattuta dagli Equi contro i Romani nell’anno 296 e che io riferisco in succinto.
Quando il console Lucio Minucio con tutto il suo esercito era rimasto strettamente assediato presso Algido dagli Equi, capitanati da Gracco Clelio, il senato romano in si grave bisogno, nominò dittatore Lucio Quinzio Cincinnato.
Questi comandò che al cader del giorno si adunassero nel Campo di Marte e fossero pronti alla partenza tutti coloro che erano atti alle armi, onde giungesse verso la mezza notte a sorprendere l’inimico. Tutti obbedirono, ed all’ora stabilita si trovarono contro l’esercito degli Equi: Questi allora da assediatori passarono ad essere assediati; anzi posti in mezzo dei due eserciti nemici né potendo fuggire né sostenere l’impeto dei Romani, furono costretti a darsi per vinti. Venne ad essi concesso da Cincinnato, ma col fatto che consegnassero Gracco Clelio e cedessero Corbione.
Da quanto abbiamo fin qui riferito di leggieri si rileva che Corbione non poteva essere se non presso Algido, dove i soldati romani erano pervenuti in poco meno che cinque ore, trattandosi di una notte d’estate e che quindi non doveva essere lontana da Roma che circa ventisei chilometri.
Ora posto che Corbione si fosse trovata nel Corvaro ovvero nell’acrocoro che si distende al medesimo, non si saprebbe comprendere come Coriolano avesse fatto cedersi questa città posta molte diecine di chilometri lontana da Algido, senza occupare nessun’altra di quelle che pur sorgeano in quel grande spazio che separava l’una dall’altra.
L’oppido adunque ricordato da Dionisio di Alicarnasso e le cui vestigia si osservano tutt’ora presso il Corsaro, non ha nulla di comune con l’antica Corbione; ma o lo chiameremo Orvinio col ricordato scrittore, ovvero ci è d’uopo confessare do ignorarne il vero nome.

Pag. 57 Strade degli Antichi Equicoli

…..Essa (via Latina la più vetusta delle Reatine (M. Martelli – Note per la storia della città di Rieti p.42) pertanto muoveva da Rieti e, lasciando da parte Lista (città degli Aborigeni) toccava Vazia, Clisternia, Vesbola, Suna, Nerse, Orvinio e Tiora; proseguendo poi per la Valle di S. Biagio e della Maddalena entrava in Alba Fucente………..a ricongiungersi con la via Latina presso Fabrateria, oggi Ceccano.